A Milano, in Triennale, Carmen Consoli torna per presentare il suo nuovo album “Amuri Luci”, uscito il 3 ottobre. La Cantantessa ci trascina nel suo viaggio fra poesia e memoria.
La Trilogia: tre visioni autonome un unico progetto
Si tratta del primo capitolo di una trilogia, un progetto discografico al quale la cantautrice sta lavorando da tempo, frutto di ricerca storica, sonora e linguistica, in cui indaga le tre anime della sua vita artistica: Sicilia, rock e cantautorato.
“Amuri Luci” è dedicato alla cultura tradizionale siciliana: dialetto, greco, latino e il volgare della scuola poetica siciliana si incontrano e dialogano fra loro contaminandosi.
Il secondo capitolo, dalla matrice rock e viscerale, conterrà brani in lingua straniera, anche inglese e francese; il terzo, quello cantautorale, sarà in italiano, e rappresenterà il suo viaggio introspettivo
Genesi dell’album: amore, luce e politica
“Amuri Luci” è il brano che dà il titolo all’album e, come spiega la Consoli, si tratta di due sostantivi usati senza congiunzione: Amore quello profondo, vero e Luce, intesa come conoscenza, verità, bellezza, entrambi valori extrasociali sui quali i governi non investono poiché non generano profitto, eppure sono alla base del vivere sociale.
L’idea era scrivere un brano dedicato a Peppino Impastato ma, quasi inconsapevolmente, la Consoli si è ritrovata a raccontare la storia di Giovanni Impastato, vero custode della memoria, dell’impegno e delle battaglie del fratello Peppino.
Dialetto siciliano e impegno sociale
Carmen Consoli in “Amuri Luci” usa il dialetto come ricchezza identitaria e collante di ogni popolo:
è con l’uso del siciliano che tira fuori il suo spirito critico, la parte più polemica e impegnata di sé. Con il dialetto esprime le sue note blues e soul, ed è come un potente canto popolare dell’anima; un mezzo per urlare il suo disappunto e, di certo, oggi i motivi per farlo sono tanti.
E parte dalla sua Trinacria, La Cantantessa, da quel siciliano arricchitosi da secoli di contaminazioni, con il suo progetto, che è un viaggio emotivo nel tempo, in cui si intrecciano memoria individuale e collettiva, musica e impegno politico-culturale.
Duetti e collaborazioni
Le tracce del disco presentano undici brani in siciliano, latino e greco con tre collaborazioni prestigiose, che lo arricchiscono ulteriormente: con Mahmood ne “La Terra di Hamdis”, in un dialogo con il poeta arabo-siculo Ibn Hamdis che è riflessione sulle migrazioni e sul dolore degli esiliati.
Con Lorenzo Jovanotti ne “Parru cu tia”, poesia del grande poeta bagherese Ignazio Buttitta, che è esortazione al coraggio, all’azione, in cui la parola diventa gesto politico e poetico insieme; con Leonardo Sgroi, giovane tenore del Maggio Musicale Fiorentino, che nel brano “Qual sete voi?” dialoga con Carmen sulle orme di Nina da Messina, la prima donna a scrivere in volgare.
La vera “sfida” espressiva e linguistica è compiuta con le tracce “Bonsai#3” e “Galàteia“, scritte in latino e in greco nelle quali si rifà ai poeti classici Ovidio e Teocrito.
Approccio live
Il disco ha un approccio “live”, arrangiato e suonato quasi tutto in presa diretta. L’idea è mischiare ai suoni contemporanei, a quelli di strumenti antichi e tradizionali. È la Consoli che ha curato la produzione del disco cercando, anche dal punto di vista strumentale, di rendere l’unicità e la musicalità di ogni lingua.
Dove e Quando
Il tour della Cantantessa partirà nei teatri a fine ottobre da Torino; gli appuntamenti più attesi: il 6 e 7 novembre a Milano; 16/17 novembre a Palermo (Teatro Politeama); 19/20 a Catania; il 1° dicembre a Napoli (Teatro Augusteo); e si concluderà il 28/29 dicembre a Roma.
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