Nella Setta di Yogi Bhajan di Dharma Bernardi

Nella Setta di Yogi Bhajan di Dharma Bernardi
Durata della lettura: 5 Minuti

Movimenti religiosi

Nella Setta di Yogi Bhajan di Dharma Bernardi edito da Mursia è un libro sconvolgente, un viaggio affascinante che mette in discussione i confini tra fede, manipolazione e ricerca della verità.

Tutto inizia negli Stati Uniti. Siamo negli anni Sessanta e un pakistano, noto con il nome di Yogi Bhajan, fonda la 3HO, un movimento che si espande in pochissimo tempo in tutto il mondo. Chi aderisce al movimento cambia completamente la propria vita e le proprie abitudini. 

Non giriamoci intorno, era una vera e propria manipolazione. Si trattava di una setta all’interno della quale le donne sposavano sconosciuti, si digiunava, si praticavano posizioni yoga per tempi prolungati, si cedeva il 10% del proprio stipendio e si allontanavano i figli da casa il prima possibile. E non c’è bisogno di andare indietro nel tempo, fatti del genere sono all’ordine del giorno anche in Italia.

Dharma Bernardi, l’autrice di questo splendido libro, ha vissuto nella comunità di Yogi Bhajan con la sua famiglia.  Al racconto personale, Dharma alterna fatti di cronaca alquanto discutibili, situazioni torbide e inquietanti che hanno coinvolto il maestro e i membri della sua cerchia più intima.

In questa bella intervista, l’autrice ci racconta di più, coinvolgendoci in un’esperienza emotiva che ci consente di comprendere la netta distinzione esistente tra l’approccio responsabile al benessere e la terapia dell’isolamento promosso dalla maggior parte delle sette o dei movimenti simili a quello del 3HO. 

Nella Setta di Yogi Bhajan di Dharma Bernardi

Salve Dharma, lei è nuova ai nostri lettori, ci può dire brevemente di cosa si occupa nella vita?

Sono una consulente in psicosomatica e costellazioni familiari. Ho scelto di dedicarmi alla relazione d’aiuto con l’intento di promuovere un approccio responsabile al benessere olistico. Le dinamiche del sistema familiare e le diverse manifestazioni dello stress esercitano un impatto diretto e significativo sull’equilibrio psico-fisico, la psicosomatica ci offre strumenti preziosi per favorire un cambiamento, a partire dall’ascolto profondo dei bisogni, delle emozioni e dei segnali del corpo; mentre le costellazioni familiari sono una tecnica di esplorazione che permette di osservare il proprio sistema di appartenenza, portare ordine, e ristabilire i legami d’amore là dove si sono interrotti. Attraverso queste due discipline è possibile riconoscere l’intima connessione tra mente, corpo e sistema familiare, e da lì intravedere nuove modalità di agire e di essere. 

Nel libro lei racconta come la vita della sua famiglia sia stata influenzata dalle regole che la setta vi imponeva. Quando si è resa conto dell’inganno che c’era dietro? C’è stato un fatto o un discorso che l’ha indotta a riflettere?

Questo inganno era la fondamenta del mio essere, dei miei schemi mentali, credi e paure, e ho quindi vissuto varie fasi di disillusione man mano che conoscevo altre realtà, tuttavia la prima volta che ho veramente messo a fuoco che si era trattato di un inganno è stato a 19 anni quando sono rientrata in Italia, anche se mi ci vollero altri dieci anni per ricercare, elaborare e digerire pienamente. Ciò che mi ha maggiormente permesso di riflettere è stata la vicinanza dei miei famigliari, soprattutto mio nonno il quale nonostante non sapesse nulla di yoga o meditazione sapeva amare, accogliere, ascoltare e ragionare. Mentre riscoprivo l’importanza della famiglia, diventava sempre più chiaro che Yogi Bhajan, il quale professava la terapia della distanza a cui sono stata sottoposta, non sapeva nulla di cosa rende felici, sani o santi.

Lei è nata e cresciuta in un contesto di ricerca spirituale e ha proseguito con interesse questo percorso fino ad oggi. Rispetto alla storia della setta di Yogi Bhajan che racconta nel libro e di cui ha fatto parte, come si pone? Mi spiego meglio, scoperto l’inganno, perché ha continuato ad approfondire la tematica spirituale e non si è distaccata totalmente da quell’approccio?

Potrei dire che il mio percorso spirituale è iniziato quando è emerso l’inganno, nel momento in cui ho potuto discernere le pratiche dalla spiritualità. Yogi Bhajan dava delle regole per essere spirituali, dava degli esercizi, respirazioni, mantra da ripetere e diete per raggiungere uno stato di “elevazione”. Distaccarmi da tutto ciò mi ha permesso di fermarmi ed entrare finalmente in contatto con me stessa, ascoltare i miei bisogni e le mie emozioni e apportare dei cambiamenti coerenti con i miei desideri. Questa è la mia spiritualità, una fede in qualcosa di più grande e allo stesso tempo in me stessa e nel mio potenziale, e questo nessuna pratica te lo può dare.

C’è un messaggio che ha voluto lanciare con il suo libro o un suggerimento che vuole dare alle persone che intraprendono un percorso simile al suo in gruppi o movimenti spirituali?

Non c’è uomo sulla terra che non sia un semplice uomo, nessun maestro sarà mai qualcosa di più e nessun uomo potrà mai sapere veramente cosa è meglio per qualcun altro. 

Idealizzare un maestro come illuminato, o una pratica come salvifica, equivale a privarsi del proprio potere personale e rinchiudersi in una gabbia di illusioni. 

Qual è la parte del libro che l’ha emozionata di più mentre scriveva? 

Le emozioni che mi hanno accompagnata durante la stesura di questo testo sono state innumerevoli. Se alcune parti mi coinvolgevano meno, altre invece facevano riaffiorare sensazioni lontane, un intreccio di gioie e dolori. Raccontare della mia permanenza negli Stati Uniti è ciò che più mi ha emozionata: mi ha permesso di rivivere le tante avventure e marachelle vissute tra i 14 e i 19 anni, come se fossi stata Pinocchio nel Paese dei Balocchi, ritrovandomi sia in mezzo a delle gang criminali che shamani indiani-americani.

Se avete le idee confuse sui libri da portare in vacanza, Nella Setta di Yogi Bhajan di Dharma Bernardi è un’ottima scelta!


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Author: Francesca Amore

Appassionata di arte e cultura, è giornalista pubblicista dal 2005. Ama Roma, Napoli e ha un debole per i grandi scrittori russi, divora libri, ed è Accompagnatrice Turistica. E’ una fan accanita delle persone per bene e scrive di tutto ciò che genera valore con l’intento di dare risalto a storie interessanti che escano fuori dal circolo vizioso dell’omologazione. Dal 2019 cura il blog SguardoAdEst, una finestra sull’arte, sulla cultura, sul cibo e sulle tradizioni popolari di Roma e non solo