
La sera di venerdì 4 luglio ha trovato a Cosenza la sua forma più alta di espressione artistica, nella cornice di una Piazza XV Marzo vibrante d’attesa. Le luci della Rendano Arena si sono accese gradualmente, disegnando un’atmosfera sospesa, quasi rituale.
È in questo scenario che si è tenuto l’attesissimo concerto di Amii Stewart con l’Orchestra Sinfonica Brutia, diretta dal Maestro Antonio Palazzo, un incontro che ha dato vita a un’esperienza musicale intensa, raffinata, capace di coniugare l’anima soul della Stewart con l’equilibrio timbrico e la profondità emotiva di un ensemble sinfonico.
La scaletta: un viaggio tra emozioni, epoche e stili
Il programma ha preso avvio con un medley strumentale che ha subito delineato la direzione della serata: una dichiarazione d’intenti raffinata, incentrata sull’omaggio alla grande musica internazionale con arrangiamenti inediti.
Il momento più atteso è giunto con l’ingresso scenico di Amii Stewart, preceduto da un gioco di luci sobrio ma teatrale. L’artista è apparsa al centro del palco con una presenza che ha conquistato il pubblico prima ancora di emettere una nota. L’applauso che ne ha accompagnato l’arrivo è stato lungo, autentico, partecipe. E quando la voce si è sollevata per la prima volta, calda, ampia e controllata, l’arena ha smesso di essere spazio fisico per diventare luogo condiviso di emozione.
Tra i primi brani eseguiti, ha brillato “Friends” di Mike Francis, proposto in una versione avvolgente e cinematografica. Brano caro all’artista per il lungo sodalizio che la legò a Francis, è stato riletto con nuova densità emotiva e orchestrale: dal pop etereo dell’originale si è passati a una ballata intima, arricchita da armonizzazioni sinfoniche leggere e sofisticate.
A seguire, la voce si è fatta racconto in “Caruso”, omaggio rispettoso e sentito a Lucio Dalla. Stewart ha evitato ogni eccesso interpretativo, preferendo una progressione emotiva contenuta e affidando all’orchestra la costruzione del pathos.
Momento di forte raccoglimento emotivo quello legato a “Fragilidad”, la versione spagnola del celebre “Fragile” di Sting. Stewart ha interpretato il brano come una meditazione condivisa, lasciando che a parlare fossero la sua voce rarefatta e le texture dell’ensemble orchestrale, che ha cesellato un paesaggio sonoro di grande intensità.
Le emozioni della serata
Il cuore ritmico della serata è esploso con un medley dedicato alla disco music degli anni ’70. Tra le interpretazioni più travolgenti “Ain’t Nobody” eseguito inizialmente in punta di piedi con piano e contrabbasso, quindi sviluppato in un crescendo orchestrale che ha coinvolto l’intera platea.
Non è mancato l’omaggio a una figura chiave della sua maturità artistica: Ennio Morricone. La Stewart ha voluto ricordare pubblicamente l’incontro con il Maestro, che negli anni Novanta diede origine all’album “Pearls – Amii Stewart sings Ennio Morricone”, un lavoro che contribuì a definire la sua dimensione più elegante e interpretativa.
L’omaggio è stato introdotto da un passaggio strumentale evocativo e accompagnato da parole intense: “Una guida, un genio, un uomo che ha saputo ascoltare la mia voce prima ancora che io capissi dove potesse arrivare”.
Il concerto si è chiuso con il brano più atteso, “Knock on Wood”, riletto in chiave orchestrale ma senza perdere la sua esplosiva immediatezza. La versione ha coinvolto tutto il pubblico, che si è alzato in piedi per l’unico, liberatorio ballo collettivo della serata. Una chiusura festosa e brillante, che non ha incrinato l’equilibrio elegante mantenuto per tutta la serata.
Un’orchestra in dialogo: la sinergia tra voce e architettura musicale
Non è possibile raccontare questa serata senza sottolineare il ruolo straordinario dell’Orchestra Sinfonica Brutia, composta per l’occasione da 35 elementi. Il dialogo con la voce della Stewart non è stato mai didascalico o ancillare: si è trattato piuttosto di un tessuto armonico vivo, in costante interazione, con un gioco continuo di pieni e vuoti, di attese e rilanci.
Il Maestro Antonio Palazzo ha diretto con rigore e naturalezza, mantenendo un equilibrio preciso tra libertà interpretativa e coesione timbrica. Il risultato è stato un impasto sonoro in cui la struttura sinfonica non ha mai soverchiato l’elemento vocale, ma lo ha circondato, sostenuto, a tratti esaltato.
Un pubblico vario e coinvolto: quando l’ascolto diventa esperienza collettiva
La platea della Rendano Arena ha risposto con eleganza e partecipazione. Il pubblico – variegato, trasversale per età, gusti e provenienza – ha saputo ascoltare, applaudire e commuoversi, accogliendo ogni sfumatura con una presenza silenziosa ma vibrante.
A fine concerto, molti spettatori hanno espresso il loro entusiasmo con parole misurate, quasi custodite con pudore.
“Non è stato solo un concerto, è stato un viaggio” ha sussurrato una spettatrice uscendo dalla platea.
“Una voce che ti entra dentro, un’orchestra che ti avvolge. Una serata che non dimenticherò.”
Una rassegna che valorizza la città e le sue eccellenze culturali
Il concerto di Amii Stewart si inserisce in un progetto culturale più ampio e coerente inserito nel cartellone di Rendano Arena #Restartlivefest, sezione estiva della rassegna L’Altro Teatro. Un programma che sta ridisegnando il paesaggio culturale calabrese con serate d’eccellenza, eleganza e partecipazione.
Una rassegna che non si limita a offrire spettacolo, ma promuove un’idea di città viva, accogliente e capace di costruire cultura come elemento di identità e sviluppo.
La performance di Amii Stewart con l’Orchestra Sinfonica Brutia ne è stata la prova: quando la bellezza incontra la misura, il risultato non è solo successo. È memoria condivisa.
Photo credits: Domenico Pecora per Omniadigitale su autorizzazione dell’Artista.
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