
Venerdì 4 luglio scorso, a Cardiff, anche il cielo si è fermato a guardare.
E chi l’avrebbe mai detto? Ed eccoli di nuovo i fratelli Gallagher, Liam e Noel, uno accanto all’altro sul palco, come due vecchi amici di lunga data che, incontrati in un bar per prendere un caffè, possono finalmente ridere dei vecchi tempi.
Non è uno scherzo; è successo davvero.
Mentre scorrevano immagini di giornali e social media che per mesi avevano parlato di loro in termini derelitti, i due fratelli sono entrati in scena, in un gesto che sembrava quasi un “Vedi, rieccoci qui” …un segno di pace.
Tante teorie sulla reunion. “L’hanno fatto per soldi,” dicevano alcuni. “L’hanno fatto per la madre,” dicevano altri.
Ma lì, a Cardiff, è stato evidente che il motivo era un altro: la necessità di stare insieme e di condividere quelle canzoni che sono diventate parte della vita di tutti. Quelle canzoni che, come il primo amore, non si dimenticano mai.
Un clima più da finale di coppa che da concerto.
Già dal giorno prima, Cardiff completamente in fermento: bancarelle e pub gremiti; magliette, cappellini e persino murales dedicati ai Gallagher.
IL CONCERTO
Apertura del concerto: un grande Richard Ashcroft, un artista che non ha bisogno di presentazioni.
Set della band: Paul “Bonehead” Arthurs, Gem Archer e Andy Bell, due membri storici degli Oasis, oltre a un paio di musicisti presi in prestito da altre “orbite”, come Joey Waronker (che ha suonato nei R.E.M. e con Beck) e Jess Greenfield, con cui Noel aveva già lavorato nei suoi progetti solisti.
Quando Liam e Noel sono finalmente apparsi, il pubblico è esploso in un boato di entusiasmo.
E così, davanti a 74.000 anime esultanti, il sipario si è alzato con Hello. Dal titolo stesso si poteva sentire il tono: un saluto, un bentornato, una stretta di mano tra il palco e il pubblico in generale.
Tutte le chiacchiere sulla scaletta, le prove segrete e chi stava suonando improvvisamente non importavano più. È bastato un solo accordo di Morning Glory per suscitare un’esplosione di gioia.
Poi a seguire, grandi classici intramontabili come “Wonderwall” e “Don’t Look Back in Anger” fino a brani meno noti, ma altrettanto apprezzati. La voce di Liam è stata potente e carica di emozione, mentre Noel, con il suo inconfondibile stile, ha deliziato tutti con assoli di chitarra che hanno fatto vibrare l’intero stadio.
Una vera macchina del tempo per ricordare i trent’anni di Definitely Maybe, (What’s the Story) Morning Glory e così via . Tutti a cantare con Some Might Say, Morning Glory e Cigarettes & Alcohol. Tutti a danzare leggeri su pinte di birra con passione come ai vecchi tempi.
Durante Live Forever, un momento commovente: sullo schermo è stata proiettata la maglia di Diogo Jota, il giocatore del Liverpool scomparso il giorno prima.
La scaletta
Hello
Acquiesce
Morning Glory
Some Might Say
Bring It On Down
Cigarettes & Alcohol
Fade Away
Supersonic
Roll With It
Talk Tonight
Half the World Away
Little by Little
D’You Know What I Mean?
Stand by Me
Cast No Shadow
Slide Away
Whatever
Live Forever (Dedicata a Diogo Jota)
Rock ‘n’ Roll Star
The Masterplan
Don’t Look Back in Anger
Wonderwall
Champagne Supernova
E pensare che solo un anno prima nessuno avrebbe scommesso un centesimo su questo incontro. C’è stato persino chi ha sostenuto che le foto che li ritraevano insieme fossero false, generate al computer
Un concerto pazzesco, una meraviglia. Nessun dramma, nessuna rissa, solo musica, come se quei sedici anni non fossero mai passati.
Un concerto che ha rappresentato al meglio ciò che gli Oasis hanno davvero lasciato in tutti questi anni: non le polemiche, le carriere soliste o i gossip da tabloid, ma quelle canzoni che non hanno mai smesso di parlare a ciascuno di noi.
E mentre Cardiff scompariva nella notte, una città con i pub ancora aperti e persone per strada, c’era una certezza: il vero rock ti fa stare bene e ti ricorda che certe emozioni non muoiono mai.
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