
Un omaggio al Califfo
A più di dieci anni dalla sua scomparsa, Franco Califano torna a vibrare sul grande schermo con il docufilm “Nun ve trattengo”, in programmazione nelle sale italiane dall’8 al 10 settembre, distribuito da Europictures. L’opera, scritta e diretta da Francesca Romana Massaro e Francesco Antonio Mondini, è un viaggio emozionale e intimo nella Roma notturna tanto amata dal cantautore.
Il titolo del film richiama una delle espressioni tipiche del “Califfo”, segno distintivo della sua spontaneità e della sua ironia. Più che un documentario tradizionale, “Nun ve trattengo” è un omaggio corale e vibrante a una delle figure più controverse e amate della musica italiana.

Un racconto intimo e notturno
“Nun ve trattengo” non segue una cronologia lineare. È costruito come un mosaico frammentato, fatto di immagini, archivi inediti e testimonianze. Questo approccio restituisce un ritratto autentico e senza filtri dell’artista: non solo il cantautore di successi, ma anche l’uomo fragile, ironico, libero.
A guidare lo spettatore in questo percorso è l’attore Raffaele Vannoli, che attraversa i luoghi simbolo della capitale, illuminando una Roma notturna e affascinante. Le immagini diventano così specchio della città e dell’anima di Califano, due elementi inscindibili.
Un cast tra cinema e musica
Il cuore pulsante del film è il racconto collettivo di chi ha conosciuto Califano o ne è stato influenzato. Le testimonianze arrivano da mondi diversi:
- Cinema e televisione: Claudia Gerini, Barbara Palombelli, Maurizio Mattioli, Mita Medici.
- Politica e cultura: Francesco Rutelli, Antonio Mazzeo.
- Musica: Alberto Laurenti, Enrico Giaretta, tanti altri amici e collaboratori.
Queste voci restituiscono un’immagine plurale del Califfo: artista geniale ma anche uomo discusso, capace di suscitare passioni contrastanti.
La sorpresa: i tributi della musica contemporanea
Uno degli elementi più originali del docufilm è la presenza di alcuni protagonisti della scena musicale contemporanea: Franco126, Ketama126, Noyz Narcos e Federico Zampaglione.

Questi artisti, apparentemente lontani per generazione e stile, riconoscono in Califano un ponte tra la poesia di strada e la musica urbana di oggi. Le loro testimonianze dimostrano come l’eredità del Califfo resti viva anche tra i giovani, che vedono in lui un simbolo di autenticità.
Roma, coprotagonista del film
Non si può parlare di Franco Califano senza parlare di Roma. La città è protagonista tanto quanto il cantautore: le strade, i bar, le piazze diventano scenografie naturali di una vita vissuta con intensità.
Il docufilm restituisce l’immagine di una Roma popolare e poetica, fatta di contrasti, di luci e ombre, di malinconia e vitalità. Una città che Califano ha raccontato come pochi altri, con il suo linguaggio diretto e la sua capacità di trasformare la quotidianità in poesia.

Franco Califano, tra poesia e vita
Cantautore e poeta romano, Franco Califano (1938–2013) non è stato solo un cantautore, ma un personaggio simbolo della cultura italiana. Spesso discusso, mai banale, ha incarnato l’immagine dell’uomo libero, capace di vivere senza compromessi.
Le sue canzoni raccontano storie di vita quotidiana, amori imperfetti, delusioni e speranze. Brani come “Tutto il resto è noia”, “La musica è finita” (scritta per Ornella Vanoni) o “Un tempo piccolo” (rilanciata poi dai Tiromancino) restano pietre miliari della musica italiana.
Il linguaggio di Califano: poesia popolare
Uno degli aspetti più affascinanti della sua opera è l’uso del linguaggio. Califano mescolava poesia e romanità, linguaggio colto e parlata popolare, creando un codice unico e immediatamente riconoscibile.
È questa autenticità che lo rende ancora oggi vicino ai giovani: nelle sue parole trovavano spazio la vulnerabilità, la malinconia, ma anche la leggerezza e il disincanto.
L’eredità di un poeta urbano
“Nun ve trattengo” non è solo un documentario per chi ha amato Franco Califano in vita. È anche un’occasione per le nuove generazioni di conoscere un artista che ha saputo raccontare la vita con sincerità e poesia.
Dal 7 settembre a Roma con l’evento speciale, e poi dall’8 al 10 settembre in tutte le sale italiane, il docufilm sarà l’occasione per riscoprire il Califfo e la sua eredità senza tempo.

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