Murder Most Foul il singolo di Bob Dylan

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Durata della lettura: 4 Minuti

Murder Most Foul il singolo di Bob Dylan dedicato all’assassinio del presidente John Fitzgerald Kennedy

Si è vero, Scusate il ritardo.

Mentre i media litigano sulla ripartenza della “vita normale”, sulle attiviste rimpatriate, sulle critiche al David di Donatello, non posso che riflettere su un solo nome Bob Dylan.

In occasione dell’annuncio del futuro album Rough And Rowdy Ways, in uscita il prossimo 19 Giugno, del grande cantautore americano, di colui che rifiutò il premio Nobel per la letteratura (perché l’arte non è competizione), non possiamo dimenticare il singolo Murder Most Foul pubblicato a Marzo in pieno Lockdown.

Era la mezzanotte del 27.

Bob Dylan

Una canzone che va ascoltata in profonda riflessione, magari di sera o al tramonto, quando l’atmosfera è ideale per questo tipo di emozioni; con un buon whisky e lo sguardo verso il sole che fa spazio alla luna.

La sera e il tramonto sono i temi che, metaforicamente parlando , Dylan non cita mai nel testo ma che fa trapelare dalle righe, forse il resoconto della propria vita.

Il titolo del brano probabilmente proviene da due opere del passato remoto e recente, e cioè dall’Amleto di Shakespeare, “Murder most foul” è la frase che esclama il fantasma del romanzo annunciando un omicidio terribile, ed è anche il titolo di un film del 1964 tratto da un romanzo di Agata Christie.

La canzone ruota intorno all’assassinio del Presidente Kennedy nel 1963, infatti Dylan ci riporta in un America che inevitabilmente rappresenta la storia dell’occidente dell’ultimo secolo.

Una lettura alternativa di uno dei suoi momenti fondamentali, ovvero la morte del giovane presidente.  

Un tappeto di pianoforte, batteria soffusa ed archi lungo 17 minuti in cui vengono citati tutti i punti di riferimento e gli avvenimenti che hanno segnato i suoi sessant’anni di carriera e non solo.

Ci sono tutti , ma proprio tutti.

Dai Beatles a Houdini, Marylin Monroe ad Art Pepper, Cole a Stan Getz a Monk,Charlie Parker,ai Queen a Beethoven.riferimenti a canzoni, film, musicisti, artisti e celebrità che sarebbero diventati importanti negli anni successivi al giorno dell’assassinio.

Il racconto di una vera e propria Odissea nella storia, come un lungo viaggio sino ad oggi , non a caso il tema del viaggio nello spazio e nel tempo lo ritroviamo nel suo tour senza fine “Neverending tour“.

Dopo la morte di Kennedy arrivano i Beatles, i giorni di pace e amore di Woodstock si evolveranno nella follia insanguinata di Altamont .

 Di qui Dylan,  parte per un’coinvolgimento nella memoria, una rassegna di allusioni e riferimenti che ci vorrebbe una vita a svelarli tutti , alla ricerca di quell’anima smarrita come una risposta nel vento.

E forse il tramonto accennato prima nasce nel momento in cui Dylan smette di sentirsi parte di quel tempo: abbandona le speranze di un folk rinnovato, che era parte dell’aura dell’America e di quel mondo in cui nasceva la contestazione.

Per tutta la canzone il songwriter sembra rivolgersi al Disc Jokey che dirige la colonna sonora della sua vita; gli ultimi pezzi richiesti alla fine del brano sono  Marching through Georgia» e «The Blood Stained Banner» ovvero  Il canto di guerra del Nord vincitore nella guerra di secessione Americana, come a voler ricordare che con la morte di Kennedy, non sempre i vincitori fanno la storia, perchè l’odio e gli interessi economici creano dei forti vuoti di memoria collettiva.

Non una litania come molti hanno sostenuto, ma un brano legato ad una pluralità di avvenimenti e citazioni che vogliono sottolineare tra le righe, quanto fragile e delicato sia il nostro contesto umano.

Grazie Bob, ancora una volta.

Author: Stefano De Crescenzo

Napoletano classe 86 , musicista, dopo una laurea a pieni voti in economia presso l'Università degli studi di Napoli Federico II svolge il praticantato come dottore commercialista a Napoli proseguendo il suo percorso lavorativo in Emilia Romagna per svolgere la professione di consulente finanziario presso una grande azienda pubblica. Dopo quasi cinque anni (2014-19) ed una gavetta piena di storie ed umanità, dal 2019 ed attualmente lavora a Roma come Fiscalista presso la stessa azienda e consegue un master universitario di secondo livello. Appassionato di storia ,scienza, arte e cultura ma soprattutto di musica, si cimenta da sempre, nello studio professionale della chitarra con esibizioni dal vivo e registrazioni per artisti della scena musicale Napoletana ed Emiliana, partecipando a diversi concorsi e festival nazionali. Ufficiale Volontario del Corpo militare della Croce Rossa italiana, Socio Siedas, scopre da qualche tempo la bellezza della scrittura collaborando per testate e magazine online . Dal Luglio 2021 è Giornalista Pubblicista, iscritto all'Ordine dei Giornalisti della Campania.