Vertigo, il capolavoro di Hitchcock, torna al cinema

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Durata della lettura: 3 Minuti

“Vertigo” torna nelle sale il 18 novembre grazie al restauro della Cineteca di Bologna con l’iniziativa Il Cinema Ritrovato al cinema.

Grazie a queste rassegne, come anche quella organizzata dall’Arci Movie, abbiamo una testimonianza dell’importanza della cultura cinematografica nel nostro paese.

Il film è del 1958 e nel 2012 Sight and Sound, la rivista cinematografica del British Institute, lo ha votato come miglior film della storia, togliendo il primato a Quarto Potere di Orson Welles.

Scottie (James Stewart) è un ispettore di polizia che scopre di soffrire di acrofobia, la paura delle altezze. Dimessosi dalla polizia, accetta l’incarico per conto di un ricco compagno di scuola, Garvin Elster, di seguirne la moglie, Madeleine (Kim Novak), che è convinta di essere la reincarnazione della sua bisnonna, Carlotta Valdes, morta suicida a 26 anni. Scottie si innamora di Madeleine, ma la donna fugge e precipita dal campanile di una chiesa. Un anno dopo la tragedia, Scottie conosce Judy e, colpito dalla somglianza con Madeleine, si convince a frequentarla e a trasformarla nella donna perduta. In realtà, Judy è davvero Madeleine, assoldata dal marito della donna per nascondere la morte della vera moglie. Tornato sul campanile, Scottie assisterà impotente alla morte di Judy, che precipita nel vuoto.

La plancia di Vertigo di Alfred Hitchcock
La plancia di Vertigo di Alfred Hitchcock
L’ossessione e la vertigine nel capolavoro di Hitchcock

In Italia il titolo del film è stato tradotto con “La donna che visse due volte”, con riferimento alla protagonista femminile, Kim Novak. Ma, in realtà, al centro di Vertigo non c’è alcuna donna, quanto piuttosto un’idea, un’ossessione che tormenta il protagonista Scottie (James Stewart).

Da questa ossessione nasce quello che lo storico dell’arte Victor Stoichita ha definito l’Effetto Pigmalione: Scottie ricrea in Judy il simulacro di Madeleine. Non è, quindi, innamorato di nessuna donna, ma di un idolo, un’idea, che ha il volto enigmatico e bellissimo di Kim Novak.

Hitchcock, infatti, prediligeva le attrici bionde come protagoniste dei suoi film, perchè avevano un fascino misterioso e seducente. Nel caso di Madeleine/Judy non potrebbe essere più vero: la figura della donna è inquadrata sempre di spalle o di profilo, quasi mai completamente.

Inoltre, spesso nella stanza con l’attrice sono collocati specchi, un chiaro rimando al tema della doppiezza, che in questo film è continuamente ripreso. Il nome Madeleine è un omaggio a Proust, ma anche alla Maddalena del Vangelo, peccatrice redenta come lo è Judy alla fine del film.

Il Maestro del brivido dirige un thriller psicologico di grande impatto, in cui tutto, dalla partitura musicale di Bernard Hermann alla fotografia, alle luci e al montaggio, contribuisce a creare la vertigine che non è solo nel titolo. L’acconciatura di Madeleine/Carlotta, la scala a chiocciola della chiesa e persino i movimenti della macchina da presa intorno ai due amanti ne sono un riferimento.

Vertigo è un film moderno come pochi, diretto con eleganza e cura nei dettagli, dal ritmo perfetto e in grado di tenere lo spettatore incollato allo schermo.

Vertigo torna il 18 novembre nelle sale italiane. Non perdete l’occasione di (ri)vederlo.

Qui potete vedere il trailer!

Author: Maria Castaldo

Maria nasce a Napoli nel 1993. Appassionata di libri e cinema fin da bambina, si laurea in Lettere Classiche e Filologia Classica alla Federico II di Napoli e inizia un Master in Critica Giornalistica. Ama scrivere, leggere e guardare film e serie tv e ha trovato il modo di unire le sue passioni con il giornalismo culturale.