La Nottata dei Capitoni a Porta Nolana, la tradizione con uno spettacolo da non perdersi.
Dopo l’equinozio di dicembre che segna il periodo in cui le giornate iniziano ad allungarsi, a Napoli il ventitré dicembre, l’antivigilia di Natale, ha luogo la nottata più lunga e si celebra quella dei “Capitoni” a Porta Nolana.
Diventata ormai tradizione in tanti ci si recano tra i vicoli di Porta Nolana, nel centro storico di Napoli, ad assistere allo spettacolo dei pescivendoli del mercato ittico più conosciuto a Napoli e nel mondo.
Il Re della serata e a seguire delle tavole dei Napoletani nella serata della vigilia è il Capitone, la Femmina dell’anguilla, più intelligente del maschio e dalla testa più grossa, da qui il nome della specie.
Sulle bancarelle vengono disposte grosse vasche a mo di gradoni per accogliere le enormi quantità del Capitone con un flusso continuo di acqua.
Come consuetudine, ci siamo recati quest’anno di buon ora, armati di fotocamera per raccogliere qualche scatto più simbolico per raccontare la nostra esperienza.
Migliaia di visitatori si sono accalcati tra le viuzze più note, richiamati dai prezzi concorrenziali rispetto alle altre pescherie della città, per accaparrarsi innanzitutto del Capitone e poi di altri prodotti per rendere la tavola della Vigilia di Natale degna del rispetto della tradizione: vongole, lupini e telline, i crudi tra taratufi e ostriche oltremanica, la classica frittura di paranza o gamberi e calamari, nonché l’immancabile astice.
Abbiamo notale innanzitutto i prezzi rimasti invariati rispetto allo scorso anno, il Re Capitone con prezzi che oscillavano tra i 23 e 26 euro per chilo.
A fare da cornice alle pescherie altri esercizi commerciali preposti alla vendita degli altri prodotti del cenone quali gli ingredienti della insalata di rinforzo (olive, papaccelle, sottaceti) e l’immancabile baccala, nonché la frutta secca, il cosiddetto spasso per ingannare l’attesa della passata di tombola.
Torniamo al Capitone, normalmente si acquista vivo ma per chi è meno esperto chiede al pescivendolo di pulirlo e tagliarlo in sede.
Viene tagliata la testa, la coda e ridotto a pezzi lunghi 4/5 cm con uno spargimento di sangue su tutto il tavolo da lavoro ma la scena più attesa è quella in cui qualche Capitone esce dalla vasca o esce dal sacchetto scappando tra le gambe dei clienti.
Viscido ed altrettanto veloce si instaura una vera e propria gara tra i clienti ed il pescivendolo per afferrarlo finendo spesso con cadute e tante risate per le scene che si vengono a creare.
Ed infine abbiamo fatto anche una ricerca sul perché i napoletani vogliono il Capitone nel Cenone Natalizio.
Si tramanda che porti fortuna dovuta al fatto che ha una forma simile al serpente che incarna il male secondo la religione cristiana.
Mangiarlo nel giorno che si celebra la nascità di Gesù ha facoltà di redimere i peccatori considerandolo di buon auspicio, un modo come un altro per eliminare la negatività mangiando il Capitone.
Le foto sono state scattate da Salvatore De Rosa, clicca qui e visita il sito