Vangelo e Meditazione della II Domenica di Natale – Anno B

Vangelo e Meditazione della seconda domenica dopo Natale
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Durata della lettura: 2 Minuti

Vangelo e Meditazione della II Domenica di Natale – Anno B a cura di Don Giacomo Equestre.

Post in breve

Dal Vangelo secondo Giovanni 1,1-18

In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio.

Egli era, in principio, presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.

In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno vinta.

Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni.

Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui.

Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce.

Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo.

Era nel mondo e il mondo è stato fatto per mezzo di lui, eppure il mondo non lo ha riconosciuto.

Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto.

A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali, non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati.

E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità.

Giovanni gli dà testimonianza e proclama: «Era di lui che io dissi: Colui che viene dopo di me è avanti a me, perché era prima di me».

Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto: grazia su grazia.

Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.

Dio, nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato.

Parola del Signore

Meditazione

Siamo quasi alla fine del tempo Natalizio, il più breve e intenso dell’anno liturgico, e la Parola oggi ci invita, seguendo san Giovanni, a fissare lo sguardo nelle profondità del mistero di Dio e della sua logica di bene.

Quei diciotto versetti introduttivi al Vangelo di Giovanni sono una specie di volo infinito nel cuore di Dio, di sintesi vertiginosa della logica dell’incarnazione.

Giovanni è stato uno dei primi discepoli, ha seguito ogni momento della vita pubblica di Gesù, la sua morte e resurrezione, la nascita della prima comunità cristiana e le prime persecuzioni.

E ora, nel pieno della sua maturità umana e spirituale, osa parlare.

Gesù è Dio, ci dice, è da sempre, è il Verbo che si fa carne.

Il Verbo: la Parola che ha creato l’universo all’inizio della storia, la parola che ci relaziona.

E questa “parola” è venuta apposta per parlarci di Dio, per raccontarci chi è Dio, ma, dramma dell’umana libertà, questo dialogo è caduto nel vuoto, soffocato dal pregiudizio e dall’incomprensione.

Dio non è stato accolto.

A noi che lo accogliamo, però, Dio dà la possibilità di diventare suoi figli.

La Parola che meditiamo ogni giorno ci faccia prendere consapevolezza che siamo destinati alla figliolanza divina, a penetrare nel cuore di Dio.

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Foto: Vitale F. sec. XVI, Il Nome di Gesu’

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Author: Don Giacomo Equestre