Chi racconta le favole ai bimbi?

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Chi racconta le favole ai bimbi ?

Accompagniamoli a letto con “c’era una volta” o “tanto tempo fa…”

I bambini cambiano sempre più velocemente: ogni generazione presenta caratteristiche diverse rispetto alla precedente. Raccontare come essi sono cambiati negli ultimi anni richiederebbe troppo tempo.

Certo è che se per alcuni i bambini di oggi mancano di idee e creatività, per altri invece, essi sono fin troppi pieni di fantasia spesso difficile da gestire e incanalare.

Contemporaneamente si è verificato un forte impoverimento delle competenze linguistiche e una insufficiente stimolazione dell’intelligenza sequenziale.

Attraverso l’ascolto s’impara a “mettere in ordine pezzi, sequenze”, la cui abilità torna utile quando dall’ascolto si deve passare alla lettura, alla comprensione orale e infine alla scrittura.

I bambini di una volta sapevano raccontare le favole che erano state loro narrate e facendolo, apprendevano parole nuove, immaginavano voci, visi, luoghi remoti.

Oggi, invece, chi racconta più le favole ai bimbi?

Il 70% dei genitori non svolge più questo ruolo; il testimone è passato alla tv e ai social.

Se ad esempio, proviamo a chiedere ai nostri figli, nipoti,alunni di disegnare la Bella addormentata nel bosco,di sicuro sui loro fogli bianchi appariranno gli stessi ritratti del personaggio ideato da Walt Disney.

Perché questo? Semplicemente perché i nostri bambini non hanno dovuto immaginare nulla.

Essi sono soli “ricettori passivi” nei quali il mezzo visivo, cioè la tv, ha determinato la sovrapposizione di più informazioni contemporaneamente senza stabilire tra di esse un ordine preciso.

In questo modo, musica, immagine e parole si sovrappongono nella loro mente indistintamente senza creare interesse e immaginazione.

Di conseguenza se si chiede loro di raccontare una storia appena vista in tv, troveranno questo lavoro molto difficoltoso poiché non sapranno tradurre in discorso indiretto un racconto interamente basato sul dialogo e quindi sul discorso diretto.

Il loro sarà di sicuro la rielaborazione di un racconto sconnesso con sequenze poco significativo.

Educhiamo dunque i bambini all’ascolto, all’immaginazione, stimoliamone l’inventiva fin dai primi giorni di vita.

Accompagniamoli a letto con “c’era una volta” o “tanto tempo fa…” espressioni che come per magia ci proiettano in un’epoca fantastica, senza tempo, dove è facile immedesimarsi nel personaggio e immaginare il lieto fine.

La fiaba, la favola, hanno dunque lo scopo educativo di farci sognare oltre quello di educare a seri valori e a sani principi.

E come diceva Orazio: “miscere utile dulci”, mescolare l’utile al dolce, raggiunge la perfezione chi sa unire l’utile al dilettevole!

Author: Giovanna De Martino

Giovanna De Martina nasce ad Afragola nel 1967. Laureata in Pedagogia con lode. Ha conseguito un Master universitario biennale in “ Tecniche e metodologie didattiche innovative per una Buona Scuola” ed ha effettuato un corso di perfezionamento in “ Progettazione e valutazione degli interventi formativi”. Abilitata all’esercizio dell’insegnamento di materie letterarie per la scuola secondaria di I e II grado. Docente a tempo indeterminato presso l’I.C. Enrico De Nicola di Casalnuovo di Napoli. Svolge la Funzione Strumentale di Orientamento didattico – disagio – esiti a distanza, continuità tra i diversi ordini scolastici. Ha competenze relazionali, occupando posti in cui la comunicazione è importante, in situazioni in cui è essenziale lavorare in squadra. Ha competenze di coordinamento nell’organizzazione di eventi, convegni, corsi di aggiornamento, concorsi, manifestazioni scolastiche. Da anni si interessa di P.O.N. in qualità di Esperto di progetti di scrittura creativa, di lettura ad alta voce, di storytelling.