Vangelo e Meditazione della VI DOMENICA DI PASQUA – ANNO C

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Durata della lettura: 2 Minuti

Vangelo e Meditazione della VI DOMENICA DI PASQUA – ANNO C a cura di Don Giacomo Equestre.

Avete udito che vi ho detto: “Vado e tornerò da voi”.

Dal Vangelo secondo Giovanni 14,23-29

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:

«Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui.

Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.

Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi.

Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto.

Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore.

Avete udito che vi ho detto: “Vado e tornerò da voi”.

Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l’ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate».

Parola del Signore

Meditazione

Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi.

Per le ragioni più diverse, la pace è sempre stata per gli uomini più un desiderio che una realtà.

Anche perché gli uomini l’hanno cercata (quando l’hanno fatto!) con i soli propri mezzi, con le risorse di intelligenza e in prospettive puramente umane.

Hanno trascurato una componente, l’unica in grado di assicurare una pace vera e duratura: l’aiuto Divino.

Già prima di Gesù il popolo d’Israele invocavala pace da Dio e la considerava il bene supremo (di qui il saluto-augurio tuttora usato dagli ebrei, shalom).

Bene supremo, con un significato più denso di quello oggi: comprendeva infatti pienezza di vita, gioia e salute, successo nelle imprese, compimento dei desideri; e nell’ottica della fede andava anche più in là: significava il compimento delle promesse di Dio al suo popolo, la piena e definitiva realizzazione dell’alleanza.

Così devono avere inteso anche gli apostoli, quando Gesù ha detto loro Vi lascio la pace.

E chissà se sul momento hanno capito la successiva precisazione, Vi do la MIA pace: probabilmente l’hanno capita solo in seguito, alla luce di quanto è accaduto subito dopo.

Quelle parole fanno parte del discorso che Gesù ha rivolto loro durante l’ultima cena, appena prima di affrontare la sua passione redentrice.

La pace vera è quella che egli ci ha guadagnato con il proprio sacrificio, unica via perché si realizzi l’armonia tra Dio e l’uomo.

Soltanto se vive in armonia con Dio, se cerca di fare la Sua volontà, l’uomo è in grado di impostare correttamente i rapporti con i suoi simili, di orientare positivamente le proprie risorse, di coltivare desideri di bene, di sopportare le difficoltà della vita.

Insomma, soltanto nel rapporto con Dio l’uomo trova la pace.

E la trova perché Dio gliela dona, per i meriti del suo Figlio che proprio per questo ha liberamente sacrificato se stesso.

La pace è un dono: perciò non si instaura automaticamente; Dio non impone i suoi doni: li offre.

Sta poi all’uomo, alla sua intelligenza e alla sua libertà, accoglierli e valorizzarli.

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Vangelo tratto da Liturgia del giorno su chiesacattolica.it

Author: Don Giacomo Equestre