Eroine è il primo libro della critica di serie televisive Marina Pierri, insegnate e divulgatrice, edito da Edizioni Tlon. Da anni Marina Pierri si occupa di serialità televisiva, collabora con Il Corriere ed è attiva come femminista intersezionale.
Che cos’è il viaggio dell’eroe o teoria del monomito?
Si tratta di una struttura narrativa formulata da diversi studiosi nel corso degli anni, tra cui il mitologo e professore Joseph Campbell, autore de L’eroe dai mille volti. Questa griglia, composta da diverse tappe, può essere utilizzata sia per creare storie, sia per permettere a chi studia e le analizza di riconoscere all’interno di esse archetitpi e tappe fisse. Un tipico viaggio dell’eroe è quello ad esempio compiuto da Luke Skywalker all’interno dell’universo di Star Wars, o ancora Harry Potter, Il Signore degli Anelli, Matrix. Come si può notare, è una struttura presente all’interno di moltissime storie che conosciamo e amiamo.
Questo però riguarda appunti gli eroi, ma cosa succede se a intraprendere il viaggio sono le donne? Ebbene, questa domanda se la pose anche Maureen Murdock, allieva di Campbell, che si rivolse a lui in cerca di risposte. Campbell le rispose che le donne non viaggiavano, erano la meta del viaggio, ma mai viaggiatrici loro stesse. Una risposta che non soltanto non soddisfò Murdock, ma la spinse a una sua personale ricerca per identificare il percorso svolto dalle eroine all’interno delle storie. Nel 1990 pubblicò Il viaggio dell’eroina in cui in 10 tappe elencava il percorso di autodeterminazione femminile, attraverso esperienze di vita sue e delle sue pazienti. Nel corso degli anni altre studiose si sono cimentate nell’elaborare la stessa struttura, come ad esempio Victoria Lynn-Schmidt, autrice di 45 Master Characters: Mythic Models for Creating Original Characters, o anche Kim Hudson che pubblicò La promessa della Vergine.
Eroine – più di un semplice saggio
Il libro-saggio racconta in 12 tappe il viaggio dell’Eroina attraverso i personaggi femminili delle serie tv dal 2010 a oggi: se avete amato Eleven di Stranger Things, Jane Villanueva di Jane The Virgin, l’irriverente Fleabag dell’omonima serie di Amazon Prime, o Midge Maisel de La fanstastica signora Maisel e ancora i personaggi di Pose allora non potete perdere questa lettura.
Eroine di Marina Pierri riprende in parte alcuni dei loro assunti per modificarli e integrarli alla luce delle lotte della quarta ondata del femminismo, inteso come movimento inclusivo e intersezionale. Come per Campbell, anche Pierri struttura il viaggio dell’eroina in 12 tappe, a ognuna delle quali fa corrispondere un Archetipo che si divide in Archetipo -Guida e Archetipo-Ombra. A ognuno di essi corrisponde un personaggio femminile delle serie tv. Pierri fa sì che il processo di autodeterminazione, che è poi la meta ultima e il fine del viaggio, passi attraverso la presa di consapevolezza che il mondo che ci circonda è un mondo governato dal patriarcato. Per essere libere le donne devono innanzitutto far cadere il velo di Maya dietro cui vedono le cose e rendersi conto che ogni loro azione è spesso condizionata da strutture misogine e ingabbianti, che relegano le figure femminili a ruoli convenzionali e prestabiliti. La fine di questa illusione è la prima parte del viaggio, dove a farci compagnia ci sono i seguenti Archetipi: Innocente, Orfana, Guerriera e Cercatrice. I primi due corrispondono a uno stadio di beata ignoranza nel quale viviamo prima di renderci conto di ciò che ci circonda e Pierri per raccontarcelo prende come esempio Kimmy Schimdt di Unbreakable Kimmy Schimdt (archetipo guida) e la sua ombra, che lei identifica nel personaggio di Orange is the new black Poussey Washington. I loro percorsi all’interno delle rispettive serie dimostrano in che modo gli archetipi agiscono e condizionano la crescita dei vari personaggi.
Distruggere per ricostruire
La prima parte del viaggio si conclude con la Cercatrice e con il famoso Varco della soglia: l’eroina è pronta a mettersi in moto e piena di speranze non vede l’ora di scoprire cosa l’aspetta. Ciò che non sa è che per rinascere e scoprire se stessa dovrà attraversare una buia caverna e fare i conti con la Distruttrice. Pierri identifica questo momento come un momento di non ritorno, una volta incontrata la Distruttrice non saremo più le stesse. Questo archetipo può rappresentare qualsiasi evento traumatico della nostra vita, da un lutto, a una rottura, a una relazione tossica, fino alla violenza più bruta e crudele. Si tratta di una fase in cui tutte le nostre belle speranze sono andate perse e di noi non resta che una larva ferita e stanca. Ma una volta incontrata la Distruttrice, se sapremo ascoltare ciò che ha da dirci allora inizierà per noi un nuovo capitolo.
Marina Pierri inserisce a questo punto gli ultimi quattro archetipi che costituiscono l’empowerment dell’eroina: Maga, Sovrana, Saggia e Folle. Anche qui, come per i precedenti, a ognuno di loro è associato un personaggio femminile di una serie tv, il cui percorso ben rappresenta le potenzialità e le negatività dell’archetipo di riferimento.
All’interno del libro, oltre a numerosi riferimenti ad autrici estere e al loro lavoro di critica, Marina Pierri opera una riflessione importante sul ruolo delle donne all’interno della società odierna, mostrando quanto sia difficile farsi strada e cercare di ribaltare delle regole che fino a questo momento ci volevano separate. Non basta conquistare un posto al tavolo del potere degli uomini, quel tavolo deve essere rovesciato, per lasciare spazio a strutture nuove, più inclusive e intersezionali. Marina Pierri, infatti, pur nella sua visione privilegiata di donna bianca, non dimentica di citare e dare voce e spazio alle discriminazioni subite dalle donne nere o delle comunità latine, da sempre escluse e marginalizzate.
Ecco perché Eroine diventa più di un semplice saggio, ma è una guida preziosa, ricca di spunti importanti su come riappropriarsi di spazi che per troppo tempo ci sono stati tolti. Leggendolo, si ha l’impressione di poter tornare a casa, quella vera, dopo anni passati a peregrinare, nella speranza di trovare un proprio posto; è al tempo stesso una lettura struggente e un percorso di psicoanalisi, in cui al dolore della Distruttrice farà da contraccolpo la gloria della Sovrana.
Eroine racchiude magia e amore per le donne e per la loro emancipazione: è un libro che vi accompagnerà per molto, anche dopo averlo terminato e vi porterà a ripercorrere le tappe più volte, il percorso non termina mai, esattamente come la pratica del femminismo. Perché, proprio come scrive Marina Pierri al suo interno, “il viaggio è finito, il viaggio è ricominciato”.