Oltre i confini della memoria di Alberto Vezù

Oltre i confini della memoria di Alberto Verzù
Durata della lettura: 4 Minuti

Sogno o realtà?

Oltre i confini della memoria di Alberto Vezù edito da Bookabook è il romanzo d’esordio dell’autore, un libro in cui il confine tra realtà e fantasia è impercettibile. 

Ascanio, il protagonista, si sveglia in un luogo sconosciuto, circondato da fiamme e urla disperate. In un hotel che è un dedalo di corridoi e porte, e che ci rimanda alla memoria Shining di Stephen King, Ascanio cerca disperatamente una via d’uscita. Personaggi ambigui e figure inquietanti gli parlano del suo passato, gli riportano a galla ricordi ormai sepolti. Il tema della memoria e della verità che dietro questa si cela è il filo conduttore del romanzo che alterna il fantasy al thriller.

Come di consueto, ringraziamo l’autore per l’intervista, che ci ha permesso di conoscerlo meglio come scrittore e di scoprire qualcosa in più sul suo romanzo.

Oltre i confini della memoria di Alberto Vezù

Salve Alberto, domanda di rito per tutti gli scrittori che approdano per la prima volta sul nostro sito: quando è nata la passione per la scrittura e quando ha capito che era arrivato il momento giusto per rompere il ghiaccio e pubblicare?

È una passione molto recente. Il mio lavoro è molto distante da questo mondo: per gran parte della vita mi sono dedicato a numeri, valutazioni e tecnologia. Da due anni, però, ho trovato la voglia di mostrare un’altra parte di me, quella fantasiosa che emergeva solo nell’inventare storie per i miei figli. Ho provato, quasi per gioco, a scrivere un’idea che avevo in mente; l’ho fatto in sordina, nei pochi momenti liberi.

Ne è venuto fuori un romanzo che è piaciuto alle persone a me care, le quali mi hanno spinto a rompere il ghiaccio e a mettermi in gioco.

Oltre i confini della memoria è un romanzo al limite tra sogno e realtà. La trama del suo libro le era chiara fin dall’inizio oppure ha preso vita mentre scriveva?

No, avevo chiari i riferimenti che volevo inserire, il carattere e molti tratti del protagonista,       ma la storia si è sviluppata man mano. Sono dovuto tornare indietro molte volte per introdurre nuovi dettagli che sarebbero serviti nelle fasi successive e che prima non esistevano. Era diventato il mio appuntamento giornaliero, dove ogni volta si aggiungeva qualcosa e, pian piano, tutto si delineava e chiariva. Il finale, poi, è stato una sorpresa persino per me.

Ci racconta una sua abitudine di scrittura? Non so, scrive solo in determinate ore, non può fare a meno della musica, non inizia a scrivere se non ha una buona tazza di caffè, tanto per fare qualche esempio…

Devo ammettere che la stesura di questo romanzo è avvenuta in maniera insolita per molti. La prima bozza è stata infatti dettata durante i miei lunghi spostamenti in auto per recarmi al lavoro e tornare a casa. Era uno spazio quotidiano che mi permetteva di creare qualcosa, ma chiaramente non potevo scrivere mentre ero alla guida. Il mio rituale consisteva quindi nel raccontarmi la storia ogni giorno, per tutta la durata del viaggio. Questo rito mi ha tenuto compagnia per mesi, imponendomi di proseguire per scoprire l’epilogo e, in definitiva, fornendomi una solida struttura su cui lavorare successivamente con metodi più tradizionali al computer. Ritengo che dettare sia un’eccellente tecnica per favorire la fantasia, dato che in quel momento non si dedica attenzione alla grammatica o alla punteggiatura, ma solo alla pura creazione, rimandando tali aspetti a una successiva fase di revisione.

Nel caso in cui dovesse proseguire nell’avventura della scrittura, si orienterebbe sempre sullo stesso genere del suo romanzo oppure sperimenterebbe altro?

Attualmente sto lavorando a un seguito del libro, che si manterrà su un genere molto simile. Poi vedremo; ritengo che lo stile del libro rispecchi molto chi sono, ciò che apprezzo e che vorrei leggere, per cui non credo di allontanarmi troppo.

Naturalmente, il genere scelto offre molta versatilità, spaziando dal fantasy al giallo e al thriller, quindi il margine di manovra è notevole. Manterrò sicuramente l’aspetto, definito da molti, “cinematografico” della narrazione, poiché mi piace concepire i libri come film o serie TV già durante la fase di ideazione. Ascanio, per esempio, aveva già un volto e un’immagine ben definiti per me fin dal primo capitolo.

Qual è stata la parte del suo libro che l’ha impegnata di più e perché?

Gli ultimi capitoli, gran parte del racconto era già nella mia testa, ma non conoscevo il finale e come arrivarci. Una volta giunto alla conclusione, la parte difficile è stata ripensare e rileggere tutto per adattarlo al finale scelto. Un colpo di scena deve infatti lasciare indizi qua e là e va costruito con la giusta suspense. Sicuramente riprendere tutto alla luce del finale ha permesso di arricchire tutti gli altri capitoli, ma è costato molta fatica e attenzione nell’incastrare tutti gli ingredienti necessari a preparare un finale di grande effetto.


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Author: Francesca Amore

Appassionata di arte e cultura, è giornalista pubblicista dal 2005. Ama Roma, Napoli e ha un debole per i grandi scrittori russi, divora libri, ed è Accompagnatrice Turistica. E’ una fan accanita delle persone per bene e scrive di tutto ciò che genera valore con l’intento di dare risalto a storie interessanti che escano fuori dal circolo vizioso dell’omologazione. Dal 2019 cura il blog SguardoAdEst, una finestra sull’arte, sulla cultura, sul cibo e sulle tradizioni popolari di Roma e non solo