Paolo Zanarella, il pianista fuori posto, così si fa chiamare, poichè suona solo dove non è possibile.
Vestito di nero, arriva nelle piazze spingendo un carrello, coperto da un telo, dove compare uno strumento che non ti aspetti, un pianoforte.
Si accomoda sullo sgabello ed incomincia a suonare, solo dopo aver esposto il cartello:
La musica ci salva
I passanti si fermano ascoltano e applaudono, Lui sorride a tutti.
Negli ultimi anni si vede sempre più spesso in giro.
I luoghi cari a Paolo Zanarella
Piazza San Marco, a Padova in Prato della Valle, in via della Conciliazione con la basilica di San Pietro come sfondo, alle uscite della metropolitana di Roma, oppure nelle strade strette del centro storico di Napoli, dove l’ho incontrato io.
Ma quando gli va di esagerare su una barca del Canal Grande a Venezia, fluttuante sotto il ponte dell’Accademia, dinanzi al Palazzo Ducale e non solo tra location monumentali.
Ha suonato anche in mezzo ai binari della stazione ferroviaria a Gorizia e nel piazzale dei bus a Venezia di piazzale Roma.
Ha attrezzato con un sofisticato congegno idraulico il furgone che gli consente di caricare, scaricare e trasportare il pianoforte da lui stesso creato.
Lo stesso furgone è rigorosamente a metano, per poter entrare nei centri storici.
Il pianista fuori posto non è un pianista, non ha mai frequentato il conservatorio e semplicemente un autodidatta.