Ragazze a Beverly Hills – la recensione

Ragazze a Beverly Hills
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Durata della lettura: 5 Minuti

Ragazze a Beverly Hills è un chick flick movie imperdibile e divertente, qui potete trovare la nostra recensione!

Chick flick movies: che cosa sono?

Con il termine si intende una categoria di film che si rivolgono prevalentemente a un pubblico femminile, è un’espressione inglese usata spesso in senso dispregiativo. Si tratta inoltre di un termine ombrello, poiché sotto questa definizione sono stati inseriti anche film come Titanic. I chick flick fanno la loro comparsa già a partire dagli anni ’70, ma la prima attestazione del termine è del 1989 con il film Fiori d’acciaio, melò americano con un folto e meraviglioso cast al femminile che metteva in scena i dolori e le gioie di un gruppo di donne di una cittadina della Louisiana. Inizialmente, l’espressione era stata utilizzata per riferirsi a film di natura erotica o provocante, mentre poi con 1989 passa a designare un’intera categoria di diverso genere. Sul finire degli anni ’80 l’influenza del movimento femminista si fa sentire anche su questi film e abbiamo così prodotti come Working Girl o 9 to five, in cui è evidente che le lotte per la parità di genere e le nuove condizioni di lavoro per le donne sono state accolte e portate sullo schermo.

Alcuni esempi di chick flick movies

Negli anni ’90, invece, abbiamo una sfilza di teenage movie, in cui a essere protagonisti sono spesso gli adolescenti bianchi della classe medio-alta. Risulta molto evidente che tutti questi film hanno una scarsa inclusività, poiché sono estremamente white whashed, con personaggi BIPOC (black, indigenous and people of color) sempre rilegati in ruoli comici o di spalla del/della protagonista. Anche la rappresentazione di personaggi appartenenti alla comunità LGBTQ risulta fortemente stereotipata e volta al dileggio, più che a una raffigurazione accurata.

La stessa definizione di chick flick movie risulta fortemente intrisa di un pregiudizio sessista verso film che hanno al centro della trama temi come l’identità, l’autoaffermazione, l’amore, le emozioni e che vengono etichettati per questo come ‘da femmine’, quando invece tutti questi temi sono altresì presenti in film che non hanno questa etichetta e, soprattutto, sono tematiche universali, prive di genere in questo senso.

Ragazze a Beverly Hills: una satira sugli adolescenti degli anni ’90

Diretto da Amy Heckerlig, il film racconta di una giovane californaiana, Cher (Alicia Silverstone), figlia di un importante penalista, estremamente viziata e egocentrica, ma in realtà dal cuore d’oro. Cher passa le sue giornate a fare shopping con la sua migliore amica Dionne (Stacey Dash) e a organizzare feste e contrattare con i professori perché le aumentino i voti a scuola. Nel tentativo di riuscirci, combina una serie di incontri tra due sue insegnanti single e la riuscita del piano le regala una A e la popolarità, convincendola di essere una Cupido naturale e di poter trasformare qualunque ragazza in una reginetta di bellezza. Nonostante il parere contrario del suo fratellastro adottivo Josh (Paul Rudd), Cher decide che il suo prossimo progetto sarà Tai (Brittany Murphy), appena trasferita al liceo, dolce e ingenua. Tra equivoci, innamoramenti e sedute di manicure, Cher si renderà presto conto di non poter controllare tutto, men che meno l’amore…

Ragazze a Beverly Hills è un libero rifacimento di Emma, romanzo di Jane Austen del 1815 e come Emma, anche Cher è una ragazza ricca che dalla vita ha sempre avuto tutto e crede di poter esercitare il proprio controllo su ogni cosa. Il film ricalca tutti quegli aspetti dei chick flick movie elencati sopra, ma nonostante questo ha un modo di raccontare l’adolescenza che, al di là delle volute esagerazioni, è estremamente reale. Inoltre, il film ha contribuito a racchiudere tutte quelle caratteristiche estetiche pop degli anni ’90 ed è diventato un cult, spesso citato in altri film dello stesso genere.

Contrariamente a molti film, Cher è una protagonista molto attiva e molto agente, non si lascia mai abbattere dalle difficoltà e dà consigli a tutte le amiche, costituendo una versione precedente di un’altra blonde girl, Elle, protagonista di La rivincita delle bionde. Cher ha una tendenza a cercare di controllare ogni cosa e non si rende conto di tantissime cose, proprio perché non riesce a guardare oltre se stessa a volte. Il film ha una sceneggiatura da manuale, molto ben scritta e con tempi da comedy perfetti.

Gli stessi protagonisti, così sopra le righe e con uno slang che veniva direttamente dai quartieri losangelini, non si prendono e non sono presi mai sul serio, ma i loro atteggiamenti, modi di fare e vestire diventano una parodia stessa dell’essere adolescenti a Los Angeles, ma senza malizia, cattiveria o paternalismo. Le loro esagerazioni li rendono semplicemente più umani e tridimensionali, tanto che anche nei momenti di quello che dovrebbe sembrare un dramma (da una rapina, a una rottura), le loro reazioni sono in perfetta condotta con lo stile sopra le righe del film.

E così, nonostante la frivolezza, Ragazze a Beverly Hills intrattiene e diverte, anzi proprio grazie a questa sua anima leggera, che si ridicolizza anche quando prova a fare la colta, citando i quadri di Monet, Amleto e artisti contemporanei.

Se non l’avete mai visto, recuperatelo, visto anche che quest’anno compie 25 anni, essendo uscito al cinema nel 1995!

Author: Maria Castaldo

Maria nasce a Napoli nel 1993. Appassionata di libri e cinema fin da bambina, si laurea in Lettere Classiche e Filologia Classica alla Federico II di Napoli e inizia un Master in Critica Giornalistica. Ama scrivere, leggere e guardare film e serie tv e ha trovato il modo di unire le sue passioni con il giornalismo culturale.