Vangelo e Meditazione della V DOMENICA DI PASQUA – ANNO C

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Durata della lettura: 2 Minuti

Vangelo e Meditazione della V DOMENICA DI PASQUA – ANNO C a cura di Don Giacomo Equestre.

Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri.

Dal Vangelo secondo Giovanni 13,31-35

Quando Giuda fu uscito dal cenacolo, Gesù disse: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito.

Figlioli, ancora per poco sono con voi. Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri.

Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri.

Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri».

Parola del Signore

Meditazione

Vi do un comandamento nuovo, che vi amiate gli uni gli altri.

Sì, ma di quale amore?

Parola così abusata, parola che a pronunciarla male brucia le labbra, dicevano i rabbini.

Noi confondiamo spesso l’amore con un’emozione o un’elemosina, con un gesto di solidarietà o un momento di condivisione.

Amare sovrasta tutto questo, perché contiene il brivido della scoperta dell’altro, che ti appare non più come un oggetto ma come un evento, come colui che ti dà il gusto del vivere.

Per amare devo guardare una persona con gli occhi di Dio, quando adotto il suo sguardo luminoso divento capace di scoprirne tutta la bellezza, grandezza e unicità.

E da questo si sprigiona fervore, meraviglia, incanto del vivere. Io vado dall’altro come ad una fonte, e mi disseta.

Allora lo posso amare, e nell’amore l’altro diventa mio maestro, colui che mi fa camminare per nuovi sentieri.

Allo stesso modo anche i due sposi devono amarsi come due maestri, ciascuno maestro dell’altro, ciascuno messo in cammino verso orizzonti più grandi.

Lasciarsi abitare dalle ricchezze dell’altro, e la vita diventa immensamente più felice e libera.

Allo stesso modo anche il povero che incontro o lo straniero che bussa alla mia porta li posso guardare come fossero i nostri signori, e imparare quindi a dare come faceva Gesù: non come un ricco ma come un povero che riceve, come un mendicante d’amore.

E pensare davanti al povero: sono io il povero, fatto ricco di te, dei tuoi occhi accesi, della tua storia, del tuo coraggio.

Vi do un comandamento nuovo.

Si tratta della regola che protegge la vita umana, dove sono riassunti il destino del mondo e la sorte di ognuno: abbiamo tutti bisogno di molto amore per vivere bene.

Dove sta la novità? Già nell’Antico Testamento era scritto ama Dio con tutto il cuore, ama il prossimo tuo come te stesso.

La novità del comando sta nella parola successiva: Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri.

Non dice quanto vi ho amato, impossibile per noi la sua misura, ma come Gesù, con il suo stile unico, con la sua eleganza gentile, con la sua creatività: ha fatto cose che nessuno aveva fatto mai.

I cristiani non sono quelli che amano ma quelli che amano come Gesù: se io vi ho lavato i piedi così fate anche voi, fatelo a partire dai più stanchi, dai più piccoli, …  i vostri signori.

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Vangelo tratto da Liturgia del giorno su chiesacattolica.it

Author: Don Giacomo Equestre