Vangelo e Meditazione della XVII Domenica del T.O. ANNO C

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Vangelo e Meditazione della XVII Domenica del T.O. – ANNO C a cura di Don Giacomo Equestre.

Chiedete e vi sarà dato

Dal Vangelo secondo Luca Lc 11,1-13

Gesù si trovava in un luogo a pregare; quando ebbe finito, uno dei suoi discepoli gli disse: «Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli». Ed egli disse loro: «Quando pregate, dite:
“Padre, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno; dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano,
e perdona a noi i nostri peccati, anche noi infatti perdoniamo a ogni nostro debitore,
e non abbandonarci alla tentazione”».

Poi disse loro: «Se uno di voi ha un amico e a mezzanotte va da lui a dirgli: “Amico, prestami tre pani, perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da offrirgli”; e se quello dall’interno gli risponde: “Non m’importunare, la porta è già chiusa, io e i miei bambini siamo a letto, non posso alzarmi per darti i pani”, vi dico che, anche se non si alzerà a darglieli perché è suo amico, almeno per la sua invadenza si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono.

Ebbene, io vi dico: chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto.

Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pesce, gli darà una serpe al posto del pesce?

O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? Se voi dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro del cielo darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono!».

Meditazione

“Gesù si trovava in un luogo a pregare…”: se qualcuno si chiede se occorra davvero impegnarsi nella preghiera, basta consideri che l’ha fatto persino Lui!

Il brano prosegue riferendo che uno dei discepoli, al vedere il Maestro, gli ha chiesto di insegnarci a pregare, e allora Gesù risponde insegnando il Padre nostro.

Su questa sublime orazione si può stare a riflettere all’infinito; ma conta, prima di ogni altra considerazione, il fatto che la possiamo recitare, cioè possiamo rivolgerci a Dio senza timore di sbagliare le parole, perché sono quelle che Lui stesso ci ha messo sulle labbra.

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Vangelo tratto da Liturgia del giorno su chiesacattolica.it

Author: Don Giacomo Equestre