Comunicazione ambientale: le sfide del giornalismo

Comunicazione ambientale: le sfide del giornalismo
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La comunicazione ambientale ha lo stesso peso di quella medica, soprattutto alla luce di eventi estremi sempre più frequenti, che richiedono una maggiore alfabetizzazione climatica della popolazione. Proprio per questo nell’ambito del Festival delle scienze, tenutosi a Roma come ogni anno, il 19 aprile si è tenuta la conferenza “Comunicare l’ambiente”. Il presidente dell’ISPRA, Stefano Laporta, ha sottolineato l’importanza di una comunicazione ambientali costante. Infatti, questa è forte soprattutto (o solo) in seguito a disastri ambientali. Tuttavia, questa spesso cade nell’oblio dopo l’emergenza. Un aspetto cruciale è la necessità di tradurre la scienza in modo comprensibile al grande pubblico, andando oltre la semplice traduzione. Come in ogni altro ramo della comunicazione, le fonti devono essere valutate con obiettività, considerando attentamente i processi informativi e evitando l’amplificazione di scoperte.

La gestione completa di una notizia richiede attenzione e cautela, specialmente alla luce dell’ostilità che può sorgere tra pubblico e scienza. E lo abbiamo visto nel caso della pandemia da Covid 19. Il giornalismo scientifico, a metà strada tra scienza e società, è stato inserito nello statuto dell’Ordine dei Giornalisti con la Carta di Piacenza del 2015. La Rai dedica uno spazio significativo alla comunicazione dei temi scientifici, ma la specializzazione e la creazione di contatti con esperti sono fondamentali per affrontare la complessità scientifica.

Oggi siamo investiti dal cosiddetto information overload (o sovraccarico informativo) che alimenta disinformazione sui social media. Secondo Advance Democracy il problema più grave è la mancanza di tutela nei confronti dell’utente che ha difficoltà a distinguere il vero dal falso. È cruciale distinguere tra informazioni basate sulla verifica delle fonti e quelle a fini di marketing. L’obiettivo dovrebbe essere formare un pensiero critico nelle persone di tutte le età attraverso un’educazione ambientale mirata che cominci dalle scuole. La comunicazione della scienza climatica deve equilibrare tra catastrofismo e tecnottimismo, veicolando l’informazione in modo comprensibile e coinvolgendo competenze diverse. La comunicazione scientifica deve essere più incisiva, data l’urgenza dei problemi climatici. E questo è ancora più importante quanto si parla dei paesi del Terzo mondo, che vivono per primi gli effetti e le conseguenze dei cambiamenti climatici, a causa di un sistema sanitario carente e della presenza di infrastrutture inadeguate.

Author: Alessandra Romano

Alessandra Romano nasce a Napoli nel 1999. Laureata magistrale in Comunicazione Scientifica Biomedica e con un master in Giornalismo scientifico presso l'Università degli studi di Roma "La Sapienza". Scrive articoli per riviste e blog scientifici.