Dia-grammi è l’istanza, e quindi l’istante, di un accadimento abbastanza comune: la separazione.
Ma che sia quella amorosa, quella familiare, quella idiomatica (propria) di ogni lingua che lascia solo e senza custodia chi parla, come il poeta, attraverso di essa, l’istanza ha sempre in sé un gesto di preghiera, di apertura, di invocazione all’Altro dell’Altro.
Non esiste istanza senza una referenza, un rivolgersi a, che sia il padre, l’amato, lo straniero, lo Stesso.
E’ ciò che l’autore Angelo De Stefano ha voluto tentare di dar voce in questa raccolta, dove il filo conduttore – ammesso che esista e ammesso che abbia la forza di procedere come conduttore (cosa di per sé problematica) – è il dipanarsi di queste separazioni, diastemi, grammatica (gramma) delle divisioni.
Da quella assolutamente singolare della perdita del Padre a quella più generale dell’amato, fino a quella di ciò che è assolutamente Altro, il clandestino.
Ma l’istanza è anche un fatto giuridico, e come tale investe quello che è il problema infinito, strutturalmente infinito, della testimonianza. E con esso del debito e della colpa.
La scrittura nasce probabilmente come il riconoscimento di un debito e, come diceva Hölderlin, il linguaggio, “il più pericoloso dei beni”, ci è stato dato per testimoniare su questa terra
Il testo è corredato da una prefazione del professore Franco Di Carlo, ex docente di letteratura italiana moderna e contemporanea alla Sapienza di Roma
L’Autore
Angelo De Stefano è nato a Napoli nel 1976.
Ha frequentato gli studi classici e successivamente quelli linguistico-letterari all’Istituto Universitario Orientale, laureandosi nel 2001 in estetica con un tesi sui rapporti fra tempo e testimonianza.
Nel 2007 pubblica il suo primo romanzo “L’eredità”, con la prefazione del professore Edoardo Ferrario, ex docente di estetica presso la facoltà di filosofia dell’Università “La Sapienza” di Roma.