La felicità e la filosofia dello stare a casa
Questo bellissimo messaggio ispirato alla figura di Papa Francesco, ci fa riflettere in questo periodo buio, aprendo il cuore alla speranza.
“Stasera prima di addormentarvi pensate a quando torneremo in strada. A quando ci abbracceremo di nuovo, a quando fare la spesa tutti insieme ci sembrerà una festa.
Pensiamo a quando torneranno i caffè al bar, le chiacchiere, le foto stretti uno all’altro. Pensiamo a quando sarà tutto un ricordo ma la normalità ci sembrerà un regalo inaspettato e bellissimo.
Ameremo tutto quello che fino ad oggi ci è sembrato futile. Ogni secondo sarà prezioso. Le nuotate al mare, il sole fino a tardi, i tramonti, i brindisi, le risate. Torneremo a ridere insieme.
Forza e coraggio. Ci vediamo presto!
Perché la felicità è una cosa “piccola” ma talmente piccola che si trova li e non riusciamo mai a vederla.
Al giorno d’oggi tra lavoro, viaggi, famiglia, impegni, non riusciamo a soffermarci sulla bellezza della “normalità” e dei piccoli gesti quotidiani.
Imparare ad osservare la realtà che ci circonda a trecentosessanta gradi e apprezzare il contesto in cui si vive.
Da questa riflessione mi viene in mente una bellissima e simpaticissima battuta di Massimo Troisi nella Smorfia :
Troisi : Io ho guardato indietro.. mi sono avvilito
De Caro : Perchè c’è gente che sta ancora peggio…
Troisi : No, pecche’ nun ce sta nisciun aret a me(nessuno dietro di me) ….ho guardato indietro nessuno…basta ho finito
In realtà anche un semplice caffè, una passeggiata , un brindisi, sono gesti che viviamo con futilità ma che ci arricchiscono ogni giorno.
Il verbo “passeggiare”, deriva dal greco agorà che vuol dire piazza e agorazontà vuol dire “piazzeggiare”, o se preferite , andare a zonzo per fare amicizia con quelli che si incontrano.
Ebbene che ci crediate o no, l’agorazontà è stato l’inizio della nostra civiltà.
Probabilmente, quando l’emergenza sarà terminata ci renderemo conto che incontrarsi e parlare è la cosa più bella che esista al mondo, perché comunicare è il principio di qualsiasi emozione, forse è addirittura filosofia.
Tutto sta nel cominciare, una parola tira l’altra e si “filosofeggia”.
Anche in questo articolo non posso fare a meno di riprendere una considerazione del mio scrittore preferito Luciano De Crescenzo.
Seguire ,nel frattempo, l’esempio di Blaise Pascal, l’inventore del primo “computer” meccanico nel 1642, che in un suo pensiero annotato tra tanti scriveva : l’infelicità del mondo dipende dal fatto che nessuno vuole stare solo in casa.
In effetti c’è una bella differenza tra il passeggiare a zonzo e il muoversi per altri motivi.
Per capirlo basta pensare alle guerre, alle crociate, al Titanic e alle file chilometriche che si creano sulle autostrade nel mese di agosto». “Certo è che il momento più bello di un viaggio è quando si riapre la porta di casa».
Parole sagge.
Oggi come non mai.
Cogliamo l’occasione per ringraziare chiunque combatte l’emergenza in prima linea o rimanendo a casa, supportando con la massima solidarietà i lavoratori in difficoltà, le famiglie delle persone contagiate, e tutti coloro che per motivi di sicurezza sono lontani dai propri cari.