Miracolo nella 34° strada – il potere della fede

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Durata della lettura: 5 Minuti

Non è Natale senza Miracolo nella 34° strada, sia che preferiate la versione in bianco e nero del 1947, diretta da George Seaton, o quella a colori degli anni ’90 di Les Mayfield.

La versione del 1947, inoltre, è stata candidata agli Oscar e ha consegnato al suo interprete di Santa Claus, Edmund Gwenn l’Oscar al Miglior Attore protagonista, per il Miglior Soggetto a Valentine Davies, Miglior Sceneggiatura non originale a George Seaton e candidatura a Miglior Film.

Nella versione del 1994, Chris Kringle è interpretato da Richard Attenborough, celebre per i ruoli in Jurassic Park, scomparso nel 2015. Altri volti noti nel remake sono Mara Wilson, la piccola protagonista di Matilda 6 mitica, Elisabeth Perkins (Ghostbusters) e Dylan McDermott (Hollywood).

Post in breve

Miracolo nella 34° strada: la trama

Chris Kringle è anziano signore che si ritrova a sostituire l’ubriaco Babbo Natale scelto per la parata dei grandi magazzini Macy’s.

L’organizzatrice dell’evento, Doris Walker, trova questo vecchietto somigliante al vero Santa Claus e lo assume come Babbo Natale per Macy’s, con il compito di ascoltare i desideri dei bambini accompagnati dai genitori.

Ma Chris farà di più e consiglierà ai genitori in difficoltà dove trovare i regali richiesti a prezzi più contenuti. Ciò lo farà amare dai clienti e diventerà un’idea di marketing per dimostrare che ciò che conta è aiutare il prossimo, anche se a sfavore delle proprie vendite.

I rivali di Macy’s tenteranno allora di farlo passare per folle, poiché l’anziano signore crede e afferma di essere il vero Babbo Natale, con tanto di certificato di nascita. Risulta così convincente da persuadere anche la piccola Susan, figlia di Doris, cresciuta dalla madre in maniera pragmatica, senza fantasie o favole. Doris, infatti, dopo il divorzio dal marito, ha smesso di credere nei sogni e nell’amore ed è convinta che anche la figlia soffrirà se crederà a sciocchezze come Babbo Natale.

Chris cercherà di aiutare entrambe a ritrovare la speranza, sostenuto dall’avvocato Fred Gailey, segretamente innamorato di Doris. Il buon Fred aiuterà Chris quando quest’ultimo sarà accusato di violenza e di essere mentalmente disturbato. Durante il processo, con uno stratagemma efficace, l’avvocato dimostrerà che Chris Kringle è davvero Babbo Natale.

Miracolo nella 34° strada – sospensione dell’incredulità

Esiste un procedimento, molto usato anche in letteratura e a teatro, noto come ‘sospensione dell’incredulità’. Il primo a teorizzarne fu Samuel T. Coleridge, ma già Shakespeare ne parlava nelle sue opere. La sospensione dell’incredulità è un carattere semiotico che prevede, da parte del fruitore di un’opera di fantasia, di sospendere le sue capacità di logica e critica per godere dell’opera che sta vedendo/leggendo.

Ed è ciò che viene chiesto non solo agli spettatori del film, ma anche agli stessi personaggi della pellicola: mettere da parte i propri dubbi e la razionalità e credere che Chris Kringle sia davvero Babbo Natale. Dopotutto, l’intero film (in entrambe le versioni) si basa sull’opposizione tra razionalità e fede, tra la scelta di credere ancora alla meraviglia e non alla fredda logica.

Il personaggio di Chris Kringle, infatti, non compie nessun miracolo natalizio, non lo vediamo attraversare la volta celeste con la sua slitta, calarsi nei camini o altro. Eppure, tutti siamo portati a credere che lui sia il vero Santa Claus, forse per la sua gentilezza, per la meraviglia con cui riesce ancora a guardare il mondo intorno a se. Il suo personaggio è la summa delle cose buone del Natale, così come i suoi gesti diventano una guida su come trattare il prossimo: basta pensare ai consigli dati ai genitori su dove trovare i regali, anche se non da Macy’s.

Contrariamente a Una promessa è una promessa, con la sua corsa forsennata ai regali, in questo film il materialismo delle feste si piega di fronte alla bontà e alla generosità.

Susan e Doris: riscoprire la speranza attraverso la fede

Le due protagoniste femminili, la piccola Susan e la madre Doris, rappresentano un po’ tutti noi: hanno avuto delusioni, sogni infranti e preferiscono credere alla loro razionalità. Dopotutto, Santa Claus non esiste, il vero amore neppure, quindi, perché dovremmo credere a queste sciocchezze?

Ma è proprio la fede che cambia la situazione: Susan resta colpita dalla gentilezza di Chris e ai suoi occhi di bambina lui è reale, è il vero Babbo Natale. Susan sceglie di credere e la fede è esattamente questo: una scelta volontaria, compiuta anche se tutto il mondo ti dice il contrario. Persino Doris, nel suo pragmatismo, non può fare a meno di essere affascinata da Chris e dalle attenzioni di Fred, genuinamente innamorato di lei e affezionato alla piccola Susan. Anche nel suo caso, la decisione di credere è una scelta volontaria e questo cambia la sua visione del mondo.

Perché vedere Miracolo nella 34° strada?

Abbiamo tutti bisogno di speranza, soprattutto, in periodi come questi e Miracolo nella 34° strada ci insegna a non perderla, a credere anche quando tutto sembra perduto. Impariamo a guardare il mondo con occhi pieni di meraviglia, come i bambini e come Chris, a credere nella bontà e nella gentilezza, valori da praticare non solo durante le feste, ma sempre.

Author: Maria Castaldo

Maria nasce a Napoli nel 1993. Appassionata di libri e cinema fin da bambina, si laurea in Lettere Classiche e Filologia Classica alla Federico II di Napoli e inizia un Master in Critica Giornalistica. Ama scrivere, leggere e guardare film e serie tv e ha trovato il modo di unire le sue passioni con il giornalismo culturale.