Scavi di Pompei, riemerso dalle polveri della storia un carro nuziale

Scavi di Pompei, riemerso dalle polveri della storia un carro nuziale
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Ancora una volta il territorio Campano si rivela uno scrigno storico, artistico-culturale a cielo aperto o meglio a scavo aperto, siamo negli Scavi di Pompei.

Un territorio colmo di ricchezze che vengono da un passato vivo, ricco di civiltà, dove ancora c’è tanto da studiare e da scoprire.

Il 27 Febbraio 2021, Pompei ha assistito ad un ulteriore scoperta straordinaria nel famoso sito archeologico di epoca romana, riemerso dalle polveri della storia un carro nuziale.

Post in breve

La scoperta

Un bellissimo carro da parata, destinato probabilmente al culto di Cerere e Venere oppure ad un aristocratica cerimonia di nozze. è emerso fuori dalle mura della città storica, durante gli scavi archeologici nella villa di Civita Giuliana.

Particolare del carro nuziale

Come se il tempo si fosse fermato a quel fatidico evento del 79 d.C,  lentamente e dantescamente “tornano a riveder le stelle”, pezzi di storie comuni, emozioni e civiltà, al punto che l’annuncio del portavoce del Parco Archeologico di Pompei e della Procura della Repubblica di Torre Annunziata è arrivato come esito vittorioso di tanti sforzi e sacrifici.

Oltre al valore inimmaginabile dal punto di vista storico artistico, questi oggetti hanno anche un senso più profondo: hanno fatto parte della vita di persone vissute migliaia di anni fa.

Il grande carro cerimoniale a quattro ruote è stato rinvenuto nel porticato antistante alla stalla, dove nel 2018 erano emersi i resti di tre cavalli.

Un oggetto fine e delicato, affascinante per la complessità e la raffinatezza dei decori a tema erotico in stagno e bronzo, che rivela ancora le tracce dei cuscini, delle funi per reggere i fiori.

A raccontare cosa fosse accaduto quel giorno persino l’impronta di due spighe di grano lasciate su un sedile. 

Potrebbe trattarsi, di un antico carro cerimoniale usato dalle classi benestanti di Pompei.

Un caso unico

Per l’Italia un unicum”, conferma Massimo Osanna, direttore del Parco Archeologico.

A Pompei sono stati ritrovati in passato veicoli per il trasporto, come quello della casa del Menandro, o i due carri rinvenuti a Villa Arianna, uno dei quali si puo’ ammirare nel nuovo Antiquarium stabiano, ma niente di simile al carro di Civita Giuliana”.

Ritrovato quasi integro nel porticato antistante la stalla dove nel 2018 avevano rivisto la luce i resti di tre animali, tra cui un cavallo bardato.

Il procuratore di Torre Annunziata, Nunzio Fragliasso, ha sottolineato:

E’ miracolosamente scampato all’azione di saccheggio dei tombaroli, essendo stato letteralmente sfiorato da due cunicoli scavati da questi ultimi ad oltre 5 metri di profondità”.

ll carro infatti è a 4 ruote ed era sepolto a 6 metri sotto il piano stradale. Una corsa contro il tempo per portarlo su, lavorando notte e giorno, anche per battere in volata i tombaroli che da anni purtroppo girano intorno a queste stanze.

Insomma una meravigliosa “Limousine” dell’epoca, di cui sino ad oggi non esistevano tracce certe. Una leggenda che da mito diviene realtà.

Un viaggio nel tempo

Decorazioni incredibili sui due lati lunghi, pannelli lignei dipinti in rosso e nero, mentre il retro è ancora più strabiliante, composto da quello che gli studiosi definiscono : “un articolato sistema decorativo che prevede tre distinti registri con una successione di medaglioni in bronzo e stagno con scene figurate a sfondo erotico”.

Un viaggio nel tempo più potente di qualsiasi film di fantascienza.

La violenta e terribile eruzione che spazzò via Pompei ha permesso a studiosi e ricercatori di “viaggiare” indietro e cercare di comprendere il passato della civiltà più importante del pianeta.

Una nota informativa stilata dalle istituzioni, infatti conferma che

 ritrovamento eccezionale,  “non solo perché aggiunge un elemento in più alla storia di questa dimora, al racconto degli ultimi istanti di vita di chi abitava la villa, e più in generale alla conoscenza del mondo antico, ma soprattutto perché restituisce un reperto unico – mai finora rinvenuto in Italia – in ottimo stato di conservazione”

Un luogo magico che non finisce ma di stupire, sotto l”insegna della cultura, della scoperta e della bellezza.

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Author: Stefano De Crescenzo

Napoletano classe 86 , musicista, dopo una laurea a pieni voti in economia presso l'Università degli studi di Napoli Federico II svolge il praticantato come dottore commercialista a Napoli proseguendo il suo percorso lavorativo in Emilia Romagna per svolgere la professione di consulente finanziario presso una grande azienda pubblica. Dopo quasi cinque anni (2014-19) ed una gavetta piena di storie ed umanità, dal 2019 ed attualmente lavora a Roma come Fiscalista presso la stessa azienda e consegue un master universitario di secondo livello. Appassionato di storia ,scienza, arte e cultura ma soprattutto di musica, si cimenta da sempre, nello studio professionale della chitarra con esibizioni dal vivo e registrazioni per artisti della scena musicale Napoletana ed Emiliana, partecipando a diversi concorsi e festival nazionali. Ufficiale Volontario del Corpo militare della Croce Rossa italiana, Socio Siedas, scopre da qualche tempo la bellezza della scrittura collaborando per testate e magazine online . Dal Luglio 2021 è Giornalista Pubblicista, iscritto all'Ordine dei Giornalisti della Campania.