Una Riflessione sullo Smartworking…parola di De Masi

Una Riflessione sullo Smartworking...parola di De Masi
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Una Riflessione sullo Smartworking ai tempi del Coronavirus: i vantaggi sono molteplici.

Il Covid-19, sta mostrando come sia possibile cambiare il proprio modo di lavorare, senza la necessità di salire in auto o in treno ogni giorno, intasare le tangenziali, le stazioni, arrivare in ufficio, accendere il pc, iniziare a lavorare, quindi attendere l’orario di fine lavoro, rimettersi in auto, in metro(in treno per i pendolari) ed arrivare a casa distrutti, a fine giornata.

Lo “Smartworking”, al momento mostra di sè solo gli aspetti vantaggiosi per i lavoratori e per le aziende, che vedono un incremento del 15% e fino al 20%  della produttività degli impiegati.

In Italia, il primo pioniere a credere nel telelavoro è stato il sociologo Domenico De Masi, Professore emerito di Sociologia del lavoro all’Università La Sapienza di Roma, fondatore circa trent’anni fa della Società Italiana Telelavoro (Sit), senza scopo di lucro.

De Masi si è battuto per far approvare una serie di leggi, togliere gli intoppi burocratici, progredire.

Sono passati molti anni dalle sue prime battaglie. Il telelavoro è diventato Smartworking, e oggi c’è un Osservatorio del Politecnico di Milano che lo studia e lo osserva.

Domenico De Masi

In estrema sintesi per dare un idea di quali siano i vantaggi di questo strumento ecco le affermazioni del Professore sul Fatto quotidiano:

” I vantaggi sono molteplici. Per i lavoratori aumenta, con l’autonomia, la possibilità di autoregolare tempi, luoghi e ritmi; si riduce la separatezza tra lavoro e vita; migliorano sia le condizioni di lavoro sia la gestione della vita familiare e sociale; si risparmia il tempo, la fatica, la spesa e i rischi del pendolarismo.

Per l’azienda si riducono le spese degli edifici e dei servizi, diminuisce la microconflittualità, aumenta la produttività.

Per la collettività si riduce il traffico, l’inquinamento e le spese per manutenzione stradale; si eliminano le ore di punta; si deconcentrano le aree superaffollate; si porta il lavoro anche nelle zone periferiche, isolate o depresse; si estende il lavoro alle casalinghe e agli invalidi; si creano nuove occupazioni e nuove professioni

 Queste parole ispirano un senso di progresso umano e tecnologico che difficilmente possiamo osservare in altri ambiti culturali negli ultimi tempi.

In pratica questo strumento lavorativo pone la tecnologia al servizio dell’uomo e dell’ambiente tout-court, con pochissimi svantaggi e tantissimi benefici sia in termini sociali che economici.

La filosofia alla base è  la trasformazione da un’organizzazione di processo, a un’organizzazione di obiettivo, in cui si valutano i risultati indipendentemente dal luogo e dall’orario della prestazione lavorativa.

Ad avvalorare la tesi uno studio del 2015 dell’Università di Stanford ha rivelato che la produttività tra i dipendenti di un agenzia di viaggi cinese Ctrip era aumentata del 13% con il telelavoro. Sicuramente non tutte le categorie di lavoratori possono utilizzare lo Smartworking come strumento lavorativo, ma un buona “fetta” potrà usufruire di questa innovazione considerando che in Italia su 23 milioni di lavoratori, il 70% sono impiegati, manager, dirigenti, professionisti.

Ovviamente  è pacifico che la questione è esclusa ad esempio per un chirurgo, un medico, un pompiere o altre professioni che richiedono la presenza in sede obbligatoria.

Il professor De Masi inoltre ricorda che in Italia il monte ore lavorativo annuo è tra i più alti d’Europa con 1800 ore lavorative contro le 1400 della Germania.

Ma la riflessione più interessante secondo le analisi statistiche è che lavorando 1.400 ore i tedeschi hanno una produttività maggiore del 22%.

Ciò avviene perché se una persona vive il suo tempo con meno stress, è scientificamente provato che  aumenta la sua qualità della vita e le energie creative e produttive aumentano.

Spesso dimentichiamo che il tempo è una dimensione emotiva oltre che scientifica.

Altro grande vantaggio è il risparmio in termini di costi rispetto le strutture fisiche che accolgono i lavoratori. 

Se consideriamo  che i costi principali dello Smartworking sono un connessione ad internet ed un personal computer, il risparmio è senza pari per un impresa che ospita nei propri locali i lavoratori.

Si riduce anche la conflittualità tra le persone.

Poi ci sono i vantaggi ambientali a beneficio all’intera comunità e all’ambiente.

Basta rifletterci per collegare i due aspetti: limitare gli spostamenti consente di risparmiare tempo ed evitare lo stress, ma anche di ridurre le emissioni di CO2 legate ai mezzi di trasporto.

Infine altra considerazione non meno importante è il recupero del contatto con i luoghi in cui si è scelto di vivere ,ed a tal proposito, se consideriamo che si va in un quartiere per lavorare e si torna in un altro quartiere per dormire, finiamo per essere estranei in entrambi i quartieri.

O in alcuni casi addirittura città. “Apolidi senza saperlo”

Quindi ci auguriamo che questo primo passo verso questa nuova era, sia grande come quel primo piccolo passo che un astronauta Americano pose sulla Luna cinquant’anni fa.

Author: Stefano De Crescenzo

Napoletano classe 86 , musicista, dopo una laurea a pieni voti in economia presso l'Università degli studi di Napoli Federico II svolge il praticantato come dottore commercialista a Napoli proseguendo il suo percorso lavorativo in Emilia Romagna per svolgere la professione di consulente finanziario presso una grande azienda pubblica. Dopo quasi cinque anni (2014-19) ed una gavetta piena di storie ed umanità, dal 2019 ed attualmente lavora a Roma come Fiscalista presso la stessa azienda e consegue un master universitario di secondo livello. Appassionato di storia ,scienza, arte e cultura ma soprattutto di musica, si cimenta da sempre, nello studio professionale della chitarra con esibizioni dal vivo e registrazioni per artisti della scena musicale Napoletana ed Emiliana, partecipando a diversi concorsi e festival nazionali. Ufficiale Volontario del Corpo militare della Croce Rossa italiana, Socio Siedas, scopre da qualche tempo la bellezza della scrittura collaborando per testate e magazine online . Dal Luglio 2021 è Giornalista Pubblicista, iscritto all'Ordine dei Giornalisti della Campania.