Vangelo e Meditazione della II DOMENICA DI AVVENTO – ANNO C a cura di Don Giacomo Equestre.
Vangelo
secondo Luca Lc 3,1-6
Nell’anno quindicesimo dell’impero di Tiberio Cesare, mentre Ponzio Pilato era governatore della Giudea, Erode tetràrca della Galilea, e Filippo, suo fratello, tetràrca dell’Iturèa e della Traconìtide, e Lisània tetràrca dell’Abilène, sotto i sommi sacerdoti Anna e Càifa, la parola di Dio venne su Giovanni, figlio di Zaccarìa, nel deserto.
Egli percorse tutta la regione del Giordano, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati, com’è scritto nel libro degli oracoli del profeta Isaìa: «Voce di uno che grida nel deserto:
Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri!
Ogni burrone sarà riempito, ogni monte e ogni colle sarà abbassato; le vie tortuose diverranno diritte e quelle impervie, spianate.
Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!».
Parola del Signore.
Meditazione
Le letture di oggi ci introducono in pieno nel tempo di Avvento che stiamo vivendo e mettono in contatto due grandi personaggi, Isaia e Giovanni il Battista, l’ultimo dei profeti che fa da collegamento tra l’Antico Testamento e il Nuovo.
La si può chiamare la domenica della consolazione per non perdere la speranza di fronte alle difficoltà. Davvero abbiamo un grande desiderio di notizie che aprano il cuore alla speranza, in un mondo che sembra capace solo di offrire notizie preoccupanti.
L’evangelista Marco, attraverso Giovanni Battista, ci offre “la buona notizia” cioè con la venuta di Gesù prende corpo la speranza che Dio offre all’uomo: Gesù di Nazareth l’ha realizzata per noi, presentandosi come il compimento delle attese dei profeti, cioè come il Messia atteso.
È nel deserto che Giovanni grida e annuncia il suo messaggio, cioè nella solitudine e nel silenzio. Eppure la sua voce trova nel deserto lo spazio per farsi sentire e manifestare la sua forza profetica.
Questa pagina di Vangelo ci invita a prepararci, a discernere, a diventare discepoli autentici, a togliere gli ostacoli fossero anche i nostri impegni “umani” se ci fanno perdere di vista la venuta del Signore.
Marco ci chiede di uscire dal sonno dal quale rischiamo di lasciarci avvolgere, dall’abitudine con cui ci lasciamo scorrere addosso l’ANNUNCIO più paradossale che mai sia risuonato sulla terra: noi rischiamo di “credere di credere”, ma in realtà domandiamoci: siamo capaci di calare questa buona novella nella nostra vita quotidiana, nei momenti di difficoltà che incontriamo in famiglia, sul lavoro, nei rapporti con gli altri?
Giovanni, con il suo stile di sobrietà e autenticità, ci chiede di scendere nel Giordano attraversando il deserto, luogo di tribolazione e di incontro con Dio, per ricevere un battesimo di conversione quale stimolo a un cambiamento radicale che deve avvenire in noi.