Vangelo e Meditazione della V DOMENICA DI PASQUA – ANNO B

Vangelo e Meditazione della V DOMENICA DI PASQUA – ANNO B a cura di Don Giacomo Equestre.
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Durata della lettura: 3 Minuti

Vangelo e Meditazione della V DOMENICA DI PASQUA – ANNO B a cura di Don Giacomo Equestre.

Post in breve

Vangelo secondo Giovanni 15,1-8

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato.

Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla.

Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano.

Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli».
Parola del Signore

Meditazione del Vangelo

Belle parole di Gesù rimanete in me ed io in voi … ma sono belle solo all’ascolto.

È un po’ come quando un amico ci dice cose belle, o forse una fidanzata ci sussurra parole dolci e amorevoli. Poi ti voglio vedere durante il matrimonio, quando i problemi sono così abbondanti che quel “miele” di quando si aveva 20 anni … è diventato qualcos’altro.

Perché inizio così pessimisticamente? No, carissimi, non è pessimismo: è realismo.

Gesù dice rimanete in me ed io in voi, e se queste parole, staccate dal contesto sembrano parole dolcissime, di fatto queste parole sono MACIGNI.

Vediamo perché.

Gesù pronuncia queste bellissime parole dopo aver parlato di POTATURA. Egli si è paragonato ad una vigna … ed ha parlato di tralci da potare. Anzi, il potatore è il Padre. Gesù non dice ai suoi discepoli che saranno potati, ma dice innanzitutto che il Padre pota Lui, cioè il suo Figlio.

Il Padre poterà ogni tralcio che in Lui (Gesù) non porta frutto.

E poterà anche quelli che portano frutto perché ne portino di più.

Ora direte voi: vabbè, alla fin fine viene potato Gesù … anche la Croce che Egli subirà sarà una grande potatura per un frutto ancora più grande, e cioè la salvezza dell’Umanità.

Benissimo … Se fosse così, possiamo chiudere qui … Punto.

Oppure … ricordiamo questo: ogni tralcio che in me non porta frutto. OGNI TRALCIO … IN ME … ricordiamo: IO SONO LA VITE e VOI I TRALCI.
Carissimi quei tralci che il Padre taglia, siamo noi. Noi, uniti a Gesù, noi tralci suoi … verremo potati nei due casi:

  1. non portiamo frutto … perché lo porti;
  2. portiamo frutto … perché ne porti di più.

Non c’è scampo. Ma questo non ci spaventa. Perché ci fidiamo di Gesù.    Ci fidiamo di Gesù?

Se Gesù dice questo è per prepararci alle potature. Potature che, apparentemente ci farà e darà la vita stessa: ma sappiamo che il Signore Dio guida la storia. Con il suo Santo Spirito. E quindi le potature sono necessarie per i frutti. Sì, non dimentichiamo i frutti. I frutti che possiamo portare noi stessi.

Chissà che frutti avrà portato quel mio gesto di carità, quella mia omelia, quel mio atto di amore, quella mia offerta di sofferenza, quell’essermi sacrificato al posto di qualcuno …
Spero frutti … e non cose marce, come quella frutta luccicante … ma vecchia di mesi.

Fratelli e sorelle, continuiamo a farci potare, a soffrire per amore, a dare la nostra vita. E continuiamo la nostra piccola testimonianza di tralci uniti a Gesù. Magari i nostri frutti all’inizio saranno piccolini, ma poi diventeranno sempre più grandi.

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Foto: Vulcanescu Mihu (1975-1981), Io sono la vite. Vedi scheda

Author: Don Giacomo Equestre