Vangelo e Meditazione della XXVI Domenica del Tempo Ordinario Anno A

Vangelo e Meditazione della domenica
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Durata della lettura: 3 Minuti

Vangelo e Meditazione della XXVI Domenica del Tempo Ordinario Anno A a cura di Don Giacomo Equestre.

Dal Vangelo secondo Matteo 21,28-32

In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: «Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli. Si rivolse al primo e disse: “Figlio, oggi va’ a lavorare nella vigna”.

Ed egli rispose: “Non ne ho voglia”. Ma poi si pentì e vi andò. Si rivolse al secondo e disse lo stesso. Ed egli rispose: “Sì, signore”.

Ma non vi andò. Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?». Risposero: «Il primo».

E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio.

Giovanni infatti venne a voi sulla via della giustizia, e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto.

Voi, al contrario, avete visto queste cose, ma poi non vi siete nemmeno pentiti così da credergli».

Parola del Signore

Meditazione

Un uomo aveva due figli!  …  è come dire: Un uomo aveva due cuori.

Ognuno di noi ha in sé un cuore diviso; un cuore che dice e uno che dice no; un cuore che dice e poi si contraddice.

L’obiettivo santo dell’uomo è avere un cuore unificato.

Il primo figlio rispose: non ne ho voglia, ma poi si pentì e vi andò.

Il primo figlio è un ribelle.

Il secondo, che dice sì e non fa, è un servile.

Non si illude Gesù.

Conosce bene come siamo fatti: non esiste un terzo figlio ideale, che vive la perfetta coerenza tra il dire e il fare.

Il primo figlio, vivo, reattivo, impulsivo che prima di aderire a suo padre prova il bisogno vitale di fronteggiarlo, di misurarsi con lui, di contraddirlo, non ha nulla di servile.

L’altro figlio che dice sì, signore e non fa è un adolescente immaturo che si accontenta di apparire.

I due fratelli della parabola, pur così diversi, hanno tuttavia qualcosa in comune, la stessa idea del padre: un padre-padrone al quale sottomettersi oppure ribellarsi, ma in fondo da evitare.

Qualcosa però viene a disarmare il rifiuto del primo figlio: si pentì.

Pentirsi significa cambiare modo di vedere il padre e la vigna: la vigna è molto più che fatica e sudore, è il luogo dove è racchiusa una profezia di gioia – il vino – per tutta la casa.

E il padre è custode di gioia condivisa.

Chi dei due figli ha fatto la volontà del Padre?

Volontà di Dio è forse mettere alla prova i due figli, misurare la loro obbedienza?

No, Dio ci vuole figli liberi e non servi sottomessi.

Gesù prosegue con una delle sue parole più dure e più consolanti: I pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel Regno di Dio.

Perché hanno detto no, e la loro vita era senza frutti, ma poi hanno cambiato vita.

Dura la frase! Perché si rivolge a noi, che a parole diciamo , ma poi siamo sterili di frutti buoni.

Cristiani di facciata o di sostanza? Solo credenti, o finalmente  credenti credibili?

Ma è consolante questa parola, perché in Dio non c’è ombra di condanna, solo la promessa di una vita totalmente rinnovata per tutti.

Dio ha fiducia sempre   …   e in ogni uomo; ha fiducia nelle prostitute e ha fiducia anche in me, in tutti noi, nonostante i nostri errori e i nostri ritardi.

Dio si fida del mio cuore. Dio, carissimi, non è un dovere, è stupore e libertà, un vino di festa per il futuro del mondo.

Buona domenica

Vangelo e Meditazione di Don Giacomo Equestre

Foto: Caniana sec. XVIII, Predica di Gesù Cristo

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Author: Don Giacomo Equestre