Il Tempo ritrovato con il Coronavirus

Il Tempo ritrovato
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Durata della lettura: 3 Minuti

Con il Coronavirus ci si è accorti del Tempo che abbiamo ritrovato.

E infine anche ai tempi del CoronaVirus giunse Aprile.

Mentre tutto scorre come affermava Eraclito di Efeso, celebre filosofo dell’antica Grecia , ci rendiamo conto che il bene più prezioso è proprio lui, il tempo.

Ebbene, perché si sappia, c’è stato qualcuno che ha messo in dubbio il concetto di tempo e quindi di precisione ovvero un certo Albert Einstein.

Ma che cos’è il tempo?

Albert Einstein

Fino ad Einstein, come noto, tempo e spazio erano separati e considerati oggettivamente, sulla base della geometria classica . Lo spazio aveva tre dimensioni e il tempo era misurato con calendari di tipo solare o lunare.

Con Einstein tempo e spazio diventano una cosa sola, nel senso che, essi “s’influenzano” reciprocamente. Il tempo ha smesso d’essere una questione oggettiva.

Einstein in pratica fa capire che quanto più aumenta la nostra velocità nello spazio (rapportata a quella della luce), tanto più il tempo rallenta.

Ora per non aumentare di più il “casino” creato dalla teoria della relatività possiamo far riferimento alla citazione del famoso scienziato che descrive la relatività del tempo in questo modo:

Quando un uomo siede un’ora in compagnia di una bella ragazza, sembra sia passato un minuto. Ma fatelo sedere su una stufa per un minuto e gli sembrerà più lungo di qualsiasi ora

Si può accorciare il tempo? Si, relativamente, sino a un certo punto. Attualmente lo si può fare oggettivamente? No di certo o almeno in modo evidente. Se io mi sposto da un fuso orario a un altro in aereo, posso accorciare o allungare il tempo, ma è sempre in riferimento al mio tempo iniziale: ed essendo la mia velocità troppo bassa rispetto a quella della luce, nessun altro si accorgerà di questo mutamento.

Sicuramente la relatività del tempo è una concezione più democratica e ricca di romanticismo, e come possiamo immaginare varia da un punto all’altro dell’universo.

Ricordo quando lavoravo al Nord, un appuntamento alle cinque era un appuntamento alle cinque.

A Napoli, dove sono cresciuto, invece un appuntamento è una dimensione più spaziale che temporale, ricca di fantasia e avvenimenti. Un appuntamento alle cinque, in dialetto “a via de cinque” ( verso le cinque), oscillerebbe tra le cinque meno dieci e le cinque e dieci.

Il tempo però non dipende unicamente dalla nostra percezione soggettiva: nel nostro contesto di vita ha una propria oggettività il cui significato ultimo, per il momento, ci sfugge, poiché tutti noi siamo suoi “figli” e suoi “padri”.

Artisti, filosofi, compositori, scienziati affascinati da questo concetto , hanno dedicato le loro vite ad interpretare e conoscere il significato di questo concetto. Un brano dei Pink Floyd dall’album “The Dark side of the moon”, intitolato per l’appunto “Time” descrive il modo in cui spesso ci si lascia placidamente scivolare addosso il tempo.

Come non riusciamo a vedere l’inizio del tempo, così non ne vediamo la fine; è una dimensione in cui l’uomo deve giocarsi la sua libertà. In un certo senso è il tempo stesso, col suo carattere di unidirezionalità, che costringe l’uomo a tener conto ch’esiste un irreversibile processo in avanti e per questo motivo  che ognuno potrebbe spenderlo nel migliore dei modi possibili.  In che modo direte voi?

“Vivendosi il proprio tempo”.

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Author: Stefano De Crescenzo

Napoletano classe 86 , musicista, dopo una laurea a pieni voti in economia presso l'Università degli studi di Napoli Federico II svolge il praticantato come dottore commercialista a Napoli proseguendo il suo percorso lavorativo in Emilia Romagna per svolgere la professione di consulente finanziario presso una grande azienda pubblica. Dopo quasi cinque anni (2014-19) ed una gavetta piena di storie ed umanità, dal 2019 ed attualmente lavora a Roma come Fiscalista presso la stessa azienda e consegue un master universitario di secondo livello. Appassionato di storia ,scienza, arte e cultura ma soprattutto di musica, si cimenta da sempre, nello studio professionale della chitarra con esibizioni dal vivo e registrazioni per artisti della scena musicale Napoletana ed Emiliana, partecipando a diversi concorsi e festival nazionali. Ufficiale Volontario del Corpo militare della Croce Rossa italiana, Socio Siedas, scopre da qualche tempo la bellezza della scrittura collaborando per testate e magazine online . Dal Luglio 2021 è Giornalista Pubblicista, iscritto all'Ordine dei Giornalisti della Campania.