Il Tunnel Borbonico, conosciuto anche come Galleria Borbonica, è un percorso alla scoperta dei suggestivi sotterranei di Napoli.
Post in breve
La Storia del Tunnel Borbonico
Il Tunnel Borbonico, si sarebbe dovuto chiamare Galleria Reale, perché voluta fortemente dal sovrano di Napoli,
Era il 1853, quando Ferdinando II° di Borbone commissionò all’architetto Errico Alvino, un lungo traforo sotterraneo che collegasse il Largo di Palazzo ( l’odierna Piazza Plebiscito) a piazza della Vittoria, passando sotto la collina di PizzoFalcone.
Il Tunnel Borbonico ad uso militare
Tuttavia, il vero scopo del tunnel era di tipo militare, esso doveva costituire una rapida via di fuga per la famiglia reale in caso di tumulti ed un rapido collegamento con le caserme.
Le due uscite previste erano, una sull’odierna via Morelli, mentre l’altra uscita doveva essere, dietro la basilica di San Francesco di Paola.
L’architetto Alvino, prevedeva una galleria con due corsie e marciapiedi ai lati di entrambe, che avrebbero dovuto assumere degli appellativi reali.
La corsia che conduceva a Chiaia doveva essere intitolata Strada Regia mentre quella in direzione opposta Strada Regina.
L’antico acquedotto all’interno del Tunnel Borbonico
Durante lo scavo, si intercettarono una rete di cunicoli e cisterne legate all’antico acquedotto che serviva la città di Napoli, ed anche numerose cave.
Molte difficoltà sopraggiunsero al prosieguo dell’opera, per via dalla morfologia irregolare del colle di Pizzofalcone.
Per cui, tutti questi fattori costrinsero l’architetto Alvino a rivedere il progetto che venne modificato.
Il tunnel, fu comunque realizzato in meno di due anni, ed il 25 maggio del 1855 dopo varie interruzioni, fu inaugurato dal Re Ferdinando, che rimase colpito dall’abilità dell’architetto.
Durante lo scavo furono lasciate in attività due cisterne dell’acquedotto greco romano, costruendo due distinti ponti sotterranei che sono considerati un vanto dell’ingegneria ottocentesca europea.
Per l’occasione, il tunnel rimase aperto al pubblico per tre giorni, ignaro degli scopi militari dell’opera.
Tuttavia, lo scavo iniziale non fu mai ultimato perché s’interruppe per problemi morfologici, senza permettere che il tunnel sboccasse anche presso piazza Carolina.
La morte del Re Ferdinando nel 1859, e le vicende storico-politiche che investirono il Regno delle Due Sicilie, ostacolarono la ripresa dello scavo.
Il percorso iniziale, fu abbandonato, fino a quando durante la Seconda Guerra Mondiale alcuni ambienti sotterranei furono adoperati come rifugio antiaereo, dal Genio Militare.
Deposito Giudiziario
Il tunnel, dal dopoguerra fino agli anni settanta, fu adibito a deposito giudiziario comunale, dove vi fu ricoverato vario materiale.
All’interno della galleria furono ammassati tanti oggetti, come masserizie, moto e auto sequestrate, ed anche qualche bicicletta.
Intanto, molti palazzi soprastanti il tunnel, avevano adoperato le varie cave come discarica abusiva, gettandovi scriteriatamente ogni tipo di rifiuto tramite dei pozzi e delle aperture abusive.
Negli anni ottanta, durante gli scavi per la realizzazione della galleria della Linea Tranviaria Rapida in piazza del Plebiscito, il Tunnel fu intercettato per errore e comportò la riprogettazione dello scavo.
La riscoperta e l’Associazione Culturale “Borbonica Sotterranea”
Dal 2005 la struttura è tornata all’attenzione dei geologi che lo hanno ispezionato, su incarico del Commissariato di Governo per l’Emergenza Sottosuolo.
Nel 2007 furono riscoperti ulteriori ambienti e dopo vari lavori di scavo e messa in sicurezza della struttura, il sito è stato aperto al pubblico dall’Associazione Culturale “Borbonica Sotterranea” il 29 ottobre 2010.
Il luogo è dotato di una scenografica illuminazione e tra gli altri interventi, vi è soprattutto quello del restauro e dell’esposizione delle auto e moto d’epoca ritrovate sul luogo.
Nel settembre 2013, grazie alle continue campagne di scavo, è stato ritrovato un secondo, enorme rifugio antiaereo su più livelli, al di sotto della collina di Pizzofalcone in prossimità di palazzo Serra di Cassano.
Dopo vari lavori, è stata intercettata la scala di accesso da palazzo Serra di Cassano.
Dal 30 gennaio 2016 il sito è stato aperto al pubblico.
Gli ambienti sommersi da metri e metri di detriti di vario genere sono ritornati allo stato originario, divenendo una rilevante attrazione turistica, grazie all’opera di volontari scavatori e dei proprietari dell’ingresso.
La Galleria Borbonica ha tre ingressi ma Il più importante e facilmente accessibile, si trova in via Domenico Morelli, all’interno del parcheggio Morelli.
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