Invecchiamento: il ruolo di genetica e lifestyle

Invecchiamento: il ruolo di genetica e lifestyle
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L’invecchiamento è un processo naturale che può essere influenzato da fattori come le abitudini alimentari o lo stress ossidativo. Questi è l’insieme delle alterazioni tissutali e cellulari che si verificano in seguito all’esposizione a un eccesso di agenti ossidanti, che a sua volta può originare alterazioni metaboliche, danno e morte cellulare. La domanda che ci siamo fatti un po’ tutti sull’invecchiamento è se esista o meno un modo per posticiparlo o almeno limitarne i danni sull’organismo.

Il ruolo della genetica

The genetics of ageing, review pubblicata su Nature nel 2019, riporta diversi studi che hanno cercato di sondare la genetica dell’invecchiamento. In un’analisi dei dati di 20.000 partecipanti tra 51 e 61 anni dell’University of Michigan Health e del Retirement Study, seguiti per 18 anni, nei figli di genitori oltre i 65 anni la mortalità calava dal 14% al 19% per ogni decennio.
Un altro studio citato nella review ha individuato il ruolo del gene dell’APOE, proteina coinvolta nel metabolismo lipidico e nel mantenimento delle sinapsi.

Stress ossidativo e stile di vita

Lo stress ossidativo, provocato da un aumento dei livelli di radicali liberi o ROS – specie reattive dell’ossigeno che interagiscono con molecole fisiologiche come il nostro DNA – è un altro fattore coinvolto nell’invecchiamento. L’aumento di queste sostanze danneggia cellule e molecole. Ogni cellula controlla il suo stato di ossidazione, ma fattori ambientali o endogeni possono alterarlo. Per ripristinare l’equilibrio, i meccanismi di difesa antiossidante della cellula ne inducono la morte (apopstosi). Lo stress ossidativo può essere provocato anche da un’alterazione del sonno, che aumenta con l’età e colpisce soprattutto gli uomini. I disturbi del sonno inducono cambiamenti neurologici che influiscono sulle prestazioni fisiche, intellettuali e psicologiche.
Lo studio AKEA condotto dall’Università di Sassari sulle zone blu in Ikaria e in Sardegna, aree geografiche caratterizzate da una popolazione con un’aspettativa di vita più alta della media globale, ha sottolineato anche il ruolo della psicologia e della nutrizione contro l’invecchiamento. In queste aree l’autopercezione di essere ottimisti e la presenza di un compagno si associano a una salute migliore e a un rischio cardiovascolare ridotto del 50%. I 150 centenari partecipanti allo studio consumavano soprattutto patate, olio d’oliva e frutta fresca, che migliorano le capacità uditiva e visiva. Il 40-50% della popolazione consuma anche carne di pollame, che riduce le malattie, l’indice di massa corporea (BMI) e – insieme all’olio e alla frutta – migliora la performance fisica.

Author: Alessandra Romano

Alessandra Romano nasce a Napoli nel 1999. Laureata magistrale in Comunicazione Scientifica Biomedica e con un master in Giornalismo scientifico presso l'Università degli studi di Roma "La Sapienza". Scrive articoli per riviste e blog scientifici.