Italia: ancora figlia di gloria?
Oh Dolce Stil Novo che ad una dimensione angelica elevasti la dolcezza femminile e la rendesti guida del Sommo poeta nella Divina cantica del Paradiso, encomiabilmente dipinto sotto la volta maestosa di una Cappella, nel mondo famosa ,vanto e orgoglio dell’arte più gloriosa .
Essa regna incontrastata nella città Eterna, sempre ammirata, la caput mundi, tanto decantata dove ancor, da duemila anni risiede il pietrino trono del primo apostolo del suo Creatore.
Siamo ancor figli di tanta gloria?
Italia di Risorgimento, di ideali di Unità, d’Indipendenza e di Libertà da uno straniero che da padrone la fa.
Emblema di nazione, di fratellanza, di coesione che annulla le differenze sociali e con le conquiste delle sue eccellenze elimina anche le sofferenze corporali .
Italia fieramente risorta da due apocalittiche guerre mai spiegate ,mai dimenticate da chi cristianamente si chiede perché la vita altrui debba essere annullata.
Natura subdolamente contaminata ,ma prima lussureggiante e rigogliosa, matrigna sol per chi la guarda solitario da una torre antica ..
Italia di poeti, cantori e suonatori che al mondo han regalate sublimi melodie continuamente, interpretate.
Siamo ancor figli di realtà tanto amate ?
Italia di razzismo , bullismo,di mafia ,camorra e incontenibile violenza .
Siamo ancor figli di tanta valenza?
Ai posteri l’ardua sentenza.
Assuntina Esposito
Laureata in Giurisprudenza nel 1993, presso l’Università Federico II di Napoli, abilitata all’esercizio dell’attività forense, ha però sempre seguito la sua vocazione per l’insegnamento ed é da 20 anni, docente di Italiano e storia presso l’istituto paritario Sacro Cuore di Casalnuovo di Napoli. La sua formazione classica le ha fatto coltivare, da sempre,la sua passione per la letteratura e in specie per la poesia, nella quale si è cimentata scrivendo un libro i cui proventi, di tutte e mille le copie, sono andati alla ricerca Telethon sulla SLA. Dirige un coro polifonico sacro grazie agli studi classici di pianoforte. Continua a scrivere e ad insegnare ai suoi stessi alunni l’arte sublime della poesia, sia in rima baciata che in versi sciolti.
