Si pensa che la cosiddetta “Tomba di Agrippina”, donna di epoca romana, nota per essere la madre dell’imperatore Nerone e non solo, si trovi a Bacoli.
Nella località di Marina Grande, di fronte al mare, c’è un imponente reperto, risalente al periodo dell’impero romano, da tutti conosciuto come “la Tomba di Agrippina”.
In realtà il monumento non è né un mausoleo, né una tomba, bensì una parte di un’imponente villa marittima di epoca romana, parzialmente distrutta.
Uno straordinario sito archeologico che affaccia proprio sulla spiaggia, alla fine di Via Ortensio a Bacoli.
La villa marittima fu portata alla luce, nel 1941 dall’archeologo Amedeo Maiuri che liberò i ruderi ricoperti dal terreno e dall’insabbiamento, individuando l’originaria struttura del complesso.
Post in breve
La storia raccontata da Tacito
Lo storico Tacito narra di come Agrippina, scampò fortunosamente al primo tentativo di uccisione, voluta dal figlio Nerone.
L’Imperatore Nerone, divenuto insofferente nei confronti di Agrippina, cercò di farla uccidere, ordinando di affondare la nave che la conduceva ad Anzio, dopo una festa a Baia.
Il caso volle che sulla stessa nave era presente anche una compagna di Agrippina, che caduta in mare, chiese aiuto dicendo di essere la madre dell’imperatore.
In questo modo sperava di essere subito salvata e riportata sulla nave.
Ma i marinai, essendo complici di Nerone, invece di salvarla, la uccisero colpendola alla testa con i remi.
Nel frattempo Agrippina, che aveva assistito a tutta la scena, si tuffò in mare e nuotò silenziosamente tra le acque buie.
Nel tragitto la salvarono alcuni pescatori che poi la condussero in una villa nei pressi del lago di Lucrino.
Quando Nerone venne a sapere che la madre era sopravvissuta, rimandò subito nella villa a Bacoli, altri sicari per ucciderla, una volta per tutte.
La reale posizione della Tomba di Agrippina
Solamente in seguito alla morte di Nerone, i servi più fedeli di Agrippina, innalzarono un modesto sepolcro, sulla via di Miseno, nella zona più interna, non lontano dalla villa di Cesare.
Dall’erronea interpretazione degli scritti di Tacito, nel corso dei secoli, si è voluto credere che il curvo edificio, fosse il vero sepolcro della madre di Nerone.
Da qui la definizione impropria di “Tomba di Agrippina”, non tenendo conto dell’eccessiva vicinanza al mare e della lontananza della strada antica che portava a Miseno.
In realtà, quella erroneamente chiamata “Tomba di Agrippina” è un teatro-ninfeo.
Il monumento era parte di un’imponente villa marittima parzialmente distrutta ed inglobata nelle moderne costruzioni, che si estendeva fino in cima della collina.
La riqualificazione della Tomba di Agrippina ad opera di un Privato
La sontuosa villa è stata chiusa al pubblico per oltre venti anni, a causa della mancanza di fondi per i necessari interventi di riqualificazione.
Ma da qualche mese, il destino del sito archeologico è cambiato e finalmente sono stati eseguiti i tanto attesi lavori di ripristino e valorizzazione, dell’antica villa.
I lavori di riqualificazione hanno interessato tutto il complesso di epoca romana, compresa anche la realizzazione di una suggestiva illuminazione notturna.
Il ripristino e la riqualificazione è stata possibile grazie ad una importante sinergia tra Comune di Bacoli, al Parco Archeologico dei Campi Flegrei ed un mecenate dell’imprenditoria frattese.
Infatti, i lavori di pulizia, recinzione, illuminazione e videosorveglianza, sono stati finanziati e realizzati grazie ad Antonio Del Prete, un imprenditore di Frattamaggiore del noto gruppo Mecdab .
In pochi mesi, il sito è stato messo in sicurezza e da qualche giorno è possibile visitarlo con tutta calma e tranquillità.
Vi auguro una buona esperienza, nella storia…
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