L’Anfiteatro Flavio, il gemello del Colosseo

L’Anfiteatro Flavio di Pozzuoli, il gemello del Colosseo
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L’anfiteatro Flavio-Neroniano è il terzo anfiteatro più grande mai costruito dai romani e si trova a Pozzuoli (l’antica Puteoli) in provincia di Napoli.

Gli enormi costi per la sua edificazione furono interamente sostenuti dall’erario cittadino, come attestano dei lastroni marmorei.

Su di essi resta ancora l’incisione: ”Colonia Flavia Puteolana Pecunia Sua”  e questo la dice lunga sul benessere di Puteoli..

Post in breve

L’Anfiteatro Flavio fu costruito per necessità

La planimetria e la posizione dell’Anfiteatro nell’ antica Puteoli

La sorpresa più grande sta nel fatto che a pochi passi, giace ancora oggi, sommerso e parzialmente distrutto da edifici e infrastrutture, il primo vero anfiteatro di Puteoli.

L’arena che viene comunemente chiamata “anfiteatro repubblicano”, molto precedente all’epoca imperiale.

La città di Puteoli, fu così prosperosa che presto il piccolo e obsoleto anfiteatro non fu più in grado ad ospitare sufficienti persone, ne ad organizzare spettacoli all’avanguardia con le ultime tecniche e scenografie a disposizione.

Per cui si sentì la necessità di edificare un Anfiteatro più moderno e capiente, il cosiddetto Anfiteatro Flavio.

La sua edificazione non fu troppo celere e vide il passaggio di tre Imperatori: Nerone, Vespasiano e Tito.

Solamente nel 79 d.C. poté definirsi certamente completo anche nei paramenti e nei finimenti esterni.

Molto probabilmente, il gioiello di Puteoli, così simile al suo ben più noto fratello maggiore il Colosseo, fu realizzato dagli stessi architetti voluti dall’imperatore Vespasiano per Roma.

Il terzo anfiteatro più grande costruito dai Romani

L’anfiteatro era molto più grande di quello che appare oggi, in quanto l’anello esterno è stato quasi interamente distrutto.

La parte più esterna dell’Anfiteatro Flavio

Il semiasse maggiore è lungo 149 metri, il minore 116: l’arena invece misura 72,22 x 42,33, uno spazio ideale per qualsiasi tipo di celebrazione e ludo.

In grado di ospitare un numero variabile tra i 30.000 ai 40.000 cittadini, l’anfiteatro si sviluppava su tre livelli (ima, media e summa cavea).

Anche il “Flavio”  era, come il Colosseo, provvisto di un sistema di schermatura per la luce e la calura estiva con pali e vele, abilmente mosso dai marinai di Miseno.

I sotterranei erano il cuore dell’anfiteatro

Oggi. sono conservati benissimo, forse gli unici preservati così bene in assoluto.

Si possono notare ancora le posizioni delle macchine, le carrucole e gli ascensori che trasportavano persone e animali dai sotterranei all’arena e viceversa.

Lucernai calpestabili coperti con grate di ferro fornivano tutta la luce necessaria ad effettuare le operazioni.

Un collegamento diretto con l’acquedotto Flegreo e con scarichi all’opposto permetteva di riempire l’anfiteatro come una vasca e ricreare le battaglie navali, dette naumachie.

Inoltre, lo rendevano pulito e splendente, lavando velocemente ogni traccia di combattimenti, precedenti.

L’Anfiteatro Flavio ed il Cristianesimo

Nell’anfiteatro puteolano furono eseguite anche molte condanne a morte.

Sono rimaste celebri, quelle dei primi cristiani, in primis quella di Gennaro e dei martiri puteolani.

Essi, furono condannati a morte dal persecutore Dragonzio con la pratica del  “damnatio ad bestias“, cioè Condannati nell’essere “sbranati vivi”.

Nel caso specifico dei martiri Gennaro, Procolo e Sossio ciò non avvenne.

Infatti, la storia arrivata fino a noi, racconta che le bestie si inginocchiarono ai suoi piedi, senza nemmeno sfiorarlo.

Un’opera d’arte che raffigura la scena è il celebre dipinto di Artemisia Gentileschi, oggi visibile al Duomo di Pozzuoli.

Tuttavia ciò non risparmiò i martiri al loro destino, che trovarono comunque la morte tramite decapitazione presso la solfatara, attraverso una seconda condanna.

Resta ancora una curiosità da sapere: nell’anfiteatro sorge un’antica cappella detta “Carcere di San Gennaro” realizzata nel ‘600 per ricordare per l’appunto l’ultima prigione dei santi Gennaro, Procolo e Sossio prima del martirio.

Oggi purtroppo la cappella è chiusa al pubblico e verte in stato di rovina e di abbandono.

Informazioni per le visite all’Anfiteatro Flavio

Orari di apertura:

  • Feriali e festivi dalle ore 09:00 fino ad un’ora dal tramonto, con visite accompagnate ogni ora
  • Chiuso il martedì (tranne durante la Settimana per la Cultura), 1 gennaio, 25 dicembre
  • La biglietteria chiude un’ora prima

Prezzo biglietti:

  • Intero € 5
  • Ridotto € 2 (giovani dai 18 ai 25 anni)
  • Gratuito: minori di 18 anni

Contatti:

  • Tel: 848.800288;  081 526 6007

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Tammaro Landolfo (Marino)

Author: Tammaro Landolfo (Marino)

Nasce a Napoli, nel mese di Aprile del 1972. Ha conseguito studi in Elettronica ed è impiegato nel settore delle Telecomunicazioni. Ambientalista convinto, è impegnato da oltre quattordici anni nelle battaglie contro gli svernamenti illegali ed i roghi tossici in " TERRA DEI FUOCHI". Dedica molto del suo tempo libero alla Cittadinanza Attiva, organizzando incontri, manifestazioni ed eventi per sensibilizzare l'opinione pubblica. Ha dato vita a vari Comitati Cittadini, ed è il Fondatore ed il Presidente in carica dell'Associazione " BICI PER LA CITTA’". Di conseguenza ama la Bicicletta e la usa come mezzo di locomozione per i piccoli spostamenti in Città. Non per altro la manifestazione più importante nata da una sua idea, è la " BICI IN CITTA' ", una pedalata ecologica che si tiene due volte l'anno a Frattamaggiore (Na). Le altre passioni sono il raccontare le proprie escursioni, i suoi viaggi o semplicemente le scene di vita mentre accadono, attraverso la fotografia e la scrittura di articoli. Per cui ha deciso di collaborare con la nostra testata per un periodo lungo e si spera proficuo.