Napoli-Fiumicino, Cerasiello in divisa che fa l’autostop

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Nessuno di voi si immagina che Cerasiello abbia conosciuto centinaia di personaggi noti e meno noti: giornalisti, politici e tantissimi altri.

Cerasiello rimase sconvolto da quell’incontro e da lì ebbe una seria crisi religiosa.

Torniamo negli anni ’70 quando vestiva la sua divisa da militare di carriera.

Aveva adottato l’autostop come unico mezzo per meglio muoversi e cosi da Napoli a Fiumicino viaggiava dal casello fino all’aeroporto Leonardo da Vinci scegliendosi anche il tipo di vettura che lo portasse in tempo per il suo turno di lavoro.

Cosi, ogni 5 giorni, il padre lo portava al casello alle 5 del mattino e lui, una volta adocchiata una macchina veloce, chiedeva il passaggio.

Aveva, dopo 10 anni, percorso circa 2 milioni di chilometri.

Molti erano emigranti che andavano dal sud al nord per lavoro e quindi significava che al Grande Raccordo della capitale doveva chiedere altri passaggi.

Altri erano rappresentanti di diverse categorie, industriali con la loro bellissima macchinona e qualcuno aveva già il telefono a bordo.

Ogni tanto capitava che gli chiedessero di alternarsi alla guida, era evidente che la divisa dava fiducia.

Un giorno si fermò un distinto signore con una bella barba era Pupi Avati e avevano parlato a lungo del suo film Impiegati.

Anni prima si era fermato nientepopodimeno che il grande Pier Paolo Pasolini a bordo della sua Alfa Romeo 2000.

Cerasiello aveva subito riconosciuto l’uomo dalla mascella quadrata, aveva una voce gentile ed era molto più interessato al suo fisico che alla guida, voi immaginate perché… ma dovette desistere vista la situazione e l’orario.

Pier Paolo Pasolini era innamorato dei napoletani e parlò tanto del suo amico Totò.

In una Mini Minor viaggiò con la pazza Loredana Bertè che andava a Novara per un concerto e lo aveva invitato a guidare fino a là, perché stanca: tenne nascosto che a lui non piacesse tanto lei, quanto amava la sorella Mia.

Un giorno una macchina scura con le tende di dietro si fermò, era un alto prelato della Curia di Napoli, l’eminente mostrò anche le foto della sua elevazione alla porpora da parte di San Paolo VI.

Davanti, alla guida, c’era l’autista e Cerasiello quindi viaggiava accanto al porporato che dopo un po’ cominciò ad accarezzargli le ginocchia fino a scendere ai polpacci.

Il sacrilego tentò ancora un paio di volte promettendogli di fargli visitare un collegio sulla Gregorio VII a Roma.

Cerasiello rimase sconvolto da quell’incontro e da lì ebbe una seria crisi religiosa.

Ne venne fuori solo quando ebbe notizia di un disastro aereo; non sarebbe stata una disgrazia a fargli venire la paura del volo!

Ogni giorno volano oltre 50 mila aerei, decollano e atterrano facendo il loro dovere.

Così liquidò la cosa: non sarà un solo pretucolo a rendere marcia tutta la Chiesa e non sarebbe stato un indegno nel suo abito talare a fargli cambiare idea sul Messaggio di Cristo!

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Author: Cerasiello - Gaetano Ponticelli

Cerasiello, alias Gaetano Ponticelli, nasce mentre giravano “L’Oro di Napoli”, in via Cancello a Casalnuovo di Napoli, il dottore lasciando il forcipe, disse: Battezzatelo subito. Si prese un sacco di soldi all’epoca e Nanuccio per quell’enorme somma, decise di campare. Scuole ne ha fatte tante, molte di esse di natura militare nella sicurezza per la segretezza dello Stato. La laurea? L’ha presa nei cortili di Casalnuovo tra escoriazioni di ginocchi, pugni al naso e girando il globo visitando e lavorando in oltre 125 Paesi. Spicca Inglese e Francese a campaniello. Ora si crede uno scrittore! Si diletta a seminare sorrisi sulle pagine social. Ha un nuovo fegato da oltre un anno e si gode i tramonti sul Trasimeno gestendo con la sua amata Giuseppina un piccolo BB. Ha cresciuto i suoi figli a Casalnuovo in Via Roma e nel 1980 è balzato alla cronaca per aver voluto il primo monumento in Italia al grande Totò.