Pavia e il ponte coperto

Pavia e il suo ponte coperto
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Come ogni città anche Pavia ha il suo monumento simbolo, attraversando una delle vie principali di Pavia si arriva lungo Corso Strada Nuova, dove davanti ai nostri occhi si potrà ammirare uno dei ponti più belli d’Italia, il Ponte Coperto conosciuto anche come ponte vecchio.

Pavia, secondo una legenda, venne fondata da una tribu’ nomade dei Levi e dei Marici i quali si stanziarono lungo le rive dei fiume Ticino.

Si racconta che una colomba la quale si sarebbe posata su di una grossa quercia, sotto la quale si insediò la tribù nomade.

In ogni modo memoria e tradizione non hanno intrappolato la città, basta camminare per le strade per il centro tra i loggiati, per percepire la storia che si vive a Pavia.

I Musei Civici nel Castello Visconteo, attraversare il cortile delle Magnolie dell’università, fondata nel 1361, tra le più antiche d’Italia, il Duomo o la basilica di San Michele, senza tralasciare la magnifica Certosa di Pavia.

Le origini

Le origini del ponte coperto sono molto antiche. Dobbiamo risalire all’epoca romana, quando Pavia si chiamava Ticinum, prendendo il nome dal fiume che l’attraversa. La costruzione del ponte si fa risalire all’epoca di Augusto.

Nel 1352 iniziò la ricostruzione sui ruderi del ponte romano, su progetto di Giovanni da Ferrara e di Jacopo da Cozzo fu completato nel 1354, il ponte era coperto è dotato di 10 arcate irregolari e di due torri alle due estremità.

Successivamente, nella parte centrale venne aggiunta una piccola cappella e alle estremità due portali d’ingresso.

Purtroppo, arrivò la Seconda Guerra Mondiale. I bombardamenti lo danneggiarono moltissimo e nel Dopoguerra venne addirittura abbattuto. Nel 1949, però, fortunatamente venne ricostruito, fu inaugurato nel 1951 anche se oggi è molto più largo e più alto e le arcate sono cinque invece di sette.

Attraversando il ponte, venendo dal centro sul lato sinistro si arriva al borgo Ticino o borgo delle lavandaie ,in via Milazzo si può notare la caratteristica statua di bronzo che rappresenta per l’appunto una lavandaia. termine con cui si indicavano le donne che a metà de secolo lavavano la biancheria dei cittadini.

Nella parte centrale del ponte, potrete notare anche la testimonianza di una personalità molto importante che Pavia può vantarsi di aver ospitato, anche se solo per un anno. Si tratta dello scienziato Albert Einstein. Nel 2005, infatti, è stata posta una targa dedicata al 50° anniversario della sua morte.

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Author: Concetta Verde

Nasce nel 1970 a Gricignano di Aversa, un paese del casertano. Da sempre ha amato l‘arte in ogni sua forma e predilige la pittura, la poesia e la fotografia. Viaggia spesso alla scoperta di nuovi luoghi, usi, costumi, linguaggi e persone di diversa cultura che immortala nella mente e nei suoi scatti fotografici. Ha partecipato a diverse mostre di pittura e concorsi di poesia (finalista al concorso Il Federiciano) con l’Aletti editore e con la casa editrice Pagine e Poesie. Affezionata da sempre alla sua fotocamera, raccoglie tanti scatti che gli consentono di partecipare a diversi concorsi fotografici, ultimo all’Urban Photo Awards che ha selezionato una sua foto per una mostra itinerante.