A pochi passi da Napoli, precisamente nell’area ad Ovest della Città, in un lembo di terra che si estende lungo un ampia fascia costiera , c’è un territorio vulcanico, naturalistico, pieno di storia e soprattutto pieno di mare, i Campi Flegrei.
Questo nome elaborato dai greci, che furono i primi a scoprire le bellezze di questo territorio, proviene dalla parola ellenica flègo, che signficia bruciare ed ardere.
Mi piace pensare che questo nome gli sia stato attribuito per durare nel tempo, infatti non sembra essere riferito solo al senso geologico del territorio ma anche alla sua particolare vivacità culturale e la sua diversità naturale.
Laghi, Vulcani, Acque termali, Mare,Cultura, l’essenza dei Campi Flegrei
Gli antichi Romani lo trasformarono nel posto piu esclusivo dove trascorrere le vacanze dalla vita frenetica della grande città imperiale.
Un agglomerato di Ville sontuose piene di arte, Feste, Templi, Macellum (“ centri commerciali dell epoca”), ma non solo.
Anche la flotta della marina militare romana aveva il suo centro nevralgico in questo territorio. Ne rimane ampia testimonianza grazie ai tanti monumenti come la Piscina Mirabilis, ovvero una cisterna che aveva la funzione di approvvigionare di acqua le numerose navi appartenenti alla Classis Misenensis.
Ed ancora, nel corso della storia, si sono susseguiti in quel territorio bizantini, normanni, angioni, aragonesi, e chi più ne ha più ne metta, fino a divenire meta del Grand Tour dei poeti e degli intellettuali del settecento, per presentarsi addirittura come set cinematografico di videoclip musicali di rock band internazionali come i Pink Floyd.
Questo posto magnifico ancora oggi continua ad ardere tra fuoco e fiamme della straordinaria potenzialità turistica e le calderole del vulcano solfatara.
IL Lago d’Averno nei Campi Flegrei
C’è un lago da cui sono particolarmente affascinato.
In questo luogo Ulisse venne ad incontrare l’indovino Tiresia, Enea rivide il padre Anchise e Zeus si scontrò con gli enormi titani.
Sembra di essere in una vallata scozzese come quelle del film Braveheart, ma senza quei climi rigidi del nord europa e con il sole che splende forte come in tutto il mediterraneo….senza contare che il mare è a pochi passi .
Il lago d’Averno di Pozzuoli è uno dei cinque laghi dell’area flegrea, situato in uno dei crateri dei tanti vulcani spenti di cui è disseminato questo meraviglioso pezzo di terra campana.
Un oasi naturalistica protetta, ricca di storia e di fascino.
Un luogo di nidificazione di molte specie di volatili (alcuni anche rari), e che, forse, non svelerà mai tutti i suoi misteri.
Il nome del lago proviene dalla parola “a-ornis”, cioé senza uccelli
Infatti le esalazioni sulfuree emanate dall’acqua rendenvano impossibili i voli da parte degli uccelli che non potevano sorvolare la bocca ormai spenta del vulcano.
Questo fenomeno/leggenda ha quindi alimentato la fantasia di molti avventori.
La Porta degli inferi
Da millenni il lago d’averno è avvolto in un’aura di mistero, frutto dei numerosi racconti tramandati sin dall’epoca del mito greco, passando dall’epoca romana e Dante, fino a giungere ai giorni nostri.
La leggenda narra che qui, presso le sue rive, vi fosse ubicata la porta degli inferi. Tesi ripresa da Virgilio prima e mutuata poi da Dante Alighieri nella sua Divina Commedia. “Plutone rapì in Sicilia la bellissima Proserpina e la condusse, attraverso il lago, nel regno dei morti dove divenne regina dell’Ade“.
Il lago, proprio in riferimento al fatto che i campi flegrei erano un avamposto della marina militare romana, era anche un crocevia di installazioni militari.
Infatti qui i romani, sotto Agrippa, edificarono un canale verso mare trasformando il lago in uno dei porti di Cuma, il porto Julius.
Nella realizzazione del nuovo porto furono scavate due gallerie: la Grotta di Cocceio, che collegava il porto Julius alla parte bassa di Cuma; la grotta della Sibilla, scavata nella collina che separa il lago di Averno dal lago di Lucrino.
L’improvvisa eruzione del Monte Nuovo nel 1538 stravolse l’intera ara flegrea e di conseguenza il Lago d’Averno fu isolato dal mare.
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Al giorno d’oggi, il lago sembra più l’ingresso di un posto magico tolkeniano, che la porta degli inferi, dove la fauna prospera tra folaghe, svassi maggiori, germani reali, rane,anfibi e pesci.
Ma il pezzo forte è la passeggiata che potete percorrere lungo la circonferenza del lago attraverso un sentiero contornato da vigneti e da boschi di lecci, salici bianchi, cannucce, salicornie, ginestre e pini marittimi, fino a piccole rovine storiche come il cosiddetto Tempio di Apollo, monumentale edificio termale che sfruttava le fumarole del lago.
Un salto nella natura e nella storia, dove potete rilassare lo spirito ed il corpo, e far gioire i vostri occhi alla vista di tanta bellezza.
Da visitare assolutamente.