Vangelo e Meditazione della V Domenica di Quaresima – Anno B a cura di Don Giacomo Equestre.
Se il chicco di grano caduto in terra muore, produce molto frutto.
Post in breve
Vangelo della V Domenica di Quaresima
Dal Vangelo secondo Giovanni 12, 20-33
In quel tempo, tra quelli che erano saliti per il culto durante la festa c’erano anche alcuni Greci. Questi si avvicinarono a Filippo, che era di Betsàida di Galilea, e gli domandarono: «Signore, vogliamo vedere Gesù».
Filippo andò a dirlo ad Andrea, e poi Andrea e Filippo andarono a dirlo a Gesù. Gesù rispose loro: «È venuta l’ora che il Figlio dell’uomo sia glorificato.
In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto.
Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna.
Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore.
Se uno serve me, il Padre lo onorerà. Adesso l’anima mia è turbata; che cosa dirò? Padre, salvami da quest’ora? Ma proprio per questo sono giunto a quest’ora! Padre, glorifica il tuo nome».
Venne allora una voce dal cielo: «L’ho glorificato e lo glorificherò ancora!».
La folla, che era presente e aveva udito, diceva che era stato un tuono. Altri dicevano: «Un angelo gli ha parlato».
Disse Gesù: «Questa voce non è venuta per me, ma per voi.
Ora è il giudizio di questo mondo; ora il principe di questo mondo sarà gettato fuori.
E io, quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me». Diceva questo per indicare di quale morte doveva morire.
Parola del Signore
Meditazione V Domenica di Quaresima
Il brano di Vangelo di questa quinta domenica di Quaresima che ci prepara alle celebrazioni pasquali, inizia con alcuni greci, quindi stranieri e lontani dal popolo ebreo, che vogliono vedere Gesù.
In questi greci possiamo benissimo vedere anche noi stessi e tutti coloro che in qualche modo si interrogano su Gesù, sulla fede e su Dio.
Sono uomini e donne in ricerca ai quali Gesù dà una risposta a prima vista strana e non in sintonia con la domanda.
Ovviamente l’evangelista Giovanni ci fa comprendere la ricerca di vedere Gesù non si esaurisce con uno sguardo lontano e superficiale.
Vedere Gesù significa entrare in contatto con tutta la sua persona e il senso profondo della sua esistenza.
Se fosse una semplice ricerca superficiale, allora a noi oggi sarebbe davvero impossibile vedere Gesù.
Quindi le sue parole sono una risposta anche a noi oggi.
Gesù dà una risposta spiazzante, e come proposta di incontro mette davanti un piccolo seme e un patibolo di morte.
È così che possiamo vedere Gesù e soprattutto comprenderlo e viverlo, facendolo passare dalla superfice dei nostri occhi al profondo del nostro cuore e della nostra vita.
Gesù è come un piccolo seme, pieno di vita, carico di futuro, che deve per questo sparire nella terra, morire a se stesso come seme, per far emergere la pianta che racchiude dentro.
Questo è Gesù fin dal suo apparire piccolo bambino di Betlemme.
Questo è il Figlio di Dio racchiuso nel limite dell’uomo Gesù di Nazareth, vulnerabile e mortale.
Questo è Dio che con i gesti delle mani, lo sguardo amorevole, la parola di Gesù arriva a toccare la vita e i cuori di chi è più lontano, entrando nel profondo della terra umana.
Se il seme non muore non serve a nulla. Ma Gesù ha mostrato proprio che entrando profondamente nella esperienza umana alla fine è uscito il frutto della resurrezione.
Vedere Gesù è guardarlo sulla croce, nell’atto supremo del dono di vita per amore, rinunciando a tutto pur di amare.
La potenza di Dio è nell’amore, e sulla croce questo amore diventa concreto e non rimane solo parole.
È un amore che attira vita, e diventa strada da percorrere per ogni vita umana.
È amore totale, un amore possibile a tutti gli uomini, di ogni lingua, credo, cultura e tempo.
La forza del piccolo seme dell’amore e il dono della vita sono il grande insegnamento di Gesù che vale per tutti gli uomini, credenti e non credenti.
A tutti Dio dona questa forza e indica la strada. Sta a noi crederci, seminare, morire, dare la vita, non smettere di sperare.
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