Vangelo e Meditazione Domenica ASCENSIONE – ANNO A

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Durata della lettura: 2 Minuti

Vangelo e Meditazione Domenica ASCENSIONE – ANNO A a cura di Don Giacomo Equestre

Dal Vangelo secondo Matteo 28,16-20

In quel tempo, gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato.

Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono. Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra.

Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato.

Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».

Meditazione

Romano Guardini dice che probabilmente l’ascensione di Gesù al Cielo manifesta il modo più autentico di Dio di stare, oggi, al mondo.

Dio, infatti, c’è; ma non si lascia possedere mai.

Egli parte, affinché possa ritornare presente in ciascuno. Rimane, con la forza del suo Spirito che si prepara a diffondersi nei cuori degli apostoli … nei nostri cuori.

In Gesù di Nazareth, Dio ci ha mostrato il suo amore per le cose semplici, per l’umanità ordinaria, per le vicende della storia normale di ciascuno di noi.

Ma nel Risorto, che ritorna alla destra del Padre, Dio ribadisce anche la Sua incontenibile libertà.

Gesù ascende al cielo per poter restare sulla terra non da solo, ma assieme al Padre nello Spirito.

Gesù desidera evitare di venire identificato come supereroe isolato, divinità statica, separato dalla relazione vitale con il Padre.

È al Padre che Gesù ci conduce, facendosi da parte perché ci sia aperto il sentiero su cui camminare verso di Lui.

L’ascensione, mistero inscindibile dalla Pasqua di morte e risurrezione, è icona della logica dell’amore. L’amore è dono, offerta di sé, e quindi anche perdita, mai possesso.

Dio, che con diritto poteva rivendicare proprietà su tutte le cose da Lui create, sceglie di restare fedele all’amore, cioè a se stesso.

Gesù che ascende al cielo, indica all’uomo la via dell’amore e lo invita a percorrerla. Verso la meta, che è il Cielo stesso. Ma non lo priva della libertà.

Il mistero che si compie, dunque, è rivelazione dell’amore. Anche noi impariamo da Gesù ad amare.

Non si ama possedendo l’altro, pretendendo di stringerlo troppo vicino a se stessi, obbligandolo a conformarsi alle attese e aspettative che nascono dal proprio bisogno di sentirsi riconosciuto. Si ama piuttosto avendo il coraggio di partire.

Rischiando la lontananza, sollecitando uno sguardo che vada oltre, condividendo la passione per una meta più grande.

Forse non tutti possono capire.

E anche gli apostoli avranno bisogno della potenza dello Spirito per decidere finalmente di aderire a questo meraviglioso invito d’amore.

Ma quando questo accade, allora improvvisamente si accorciano le distanze.

All’uomo di fango, oggi, viene svelata non solo la straordinaria meta che l’attende domani, e che la Vergine Maria ha conosciuto in pienezza fin dall’origine della propria esistenza.

Viene manifestata anche la verità del cammino paziente, a volte aspro e scosceso, ogni tanto persino impervio, che ne caratterizza la vita di ogni giorno.

Gesù asceso al Cielo ci ha portato con sé.

Ma è pure rimasto – pienamente Emmanuele, “Dio-con-noi” – colmando di divinità le ordinarie relazioni umane. Perché divino è solo l’amore.

Buona domenica dell’Ascensione a tutti voi.

Vangelo e Meditazione di Don Giacomo Equestre

Foto: Ramazzani Ercole (1594), Ascensione di Gesù Cristo

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Author: Don Giacomo Equestre