Cibo spazzatura o junk food, cosa s’intende?

Cibo spazzatura o junk food, cosa s'intende?
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Per cibo spazzatura o junk food si intende una categoria di alimenti con densità calorica assolutamente inappropriata allo stile di vita dell’uomo sedentario, aventi le seguenti caratteristiche di grado elevato:

  • Elevato apporto energetico
  • apporto di sale da cucina
  • apporto di glucidi raffinati
  • Scarso valore nutrizionale

Inoltre non ottempera alle necessità fisiologiche di vitamine, oligoelementi, antiossidanti, fibra alimentare, acidi grassi essenziali ecc.

Post in breve

Junk Food

L’espressione cibo spazzatura fu coniata nel 1972 da Michael Jacobson, direttore del Center for Science in the Public Interest di Washington (USA).

Perché bisogna fare attenzione?

Secondo gli studi scientifici, il junk food riduce l’appetito per i nuovi sapori; l’ University of South Wales in Galles ha dimostrato che topi, alimentati con una dieta ricca di grassi e zuccheri, presentavano alterazioni consistenti della memoria dopo appena una settimana.

Ma cosa rende certi alimenti poco sani ma così appetitosi?

I produttori di cibo spazzatura lavorano su una perfetta combinazione di sale, zucchero e grassi per creare l’iper-palatabilità, una nuova e amplificata sensibilità del gusto, che eccita il cervello e agisce sui recettori della dopamina come le droghe, spingendo verso la dipendenza chi ne consuma abitualmente.

Ma possono essere dannosi: molte ricerche dicono che l’abuso di acidi grassi trans alza il livello del colesterolo cattivo (LDL) e aumenta il rischio di malattie cardiovascolari.

I grassi trans sono presenti in grandi quantità nella margarina, nei prodotti da forno confezionati, nelle principali pietanze dei fast food e negli snack confezionati.

Additivi alimentari

Altra nota dolente, gli additivi alimentari: in Europa ne sono permessi più di 300, dai coloranti naturali e artificiali fino agli esaltatori di sapidità (come il glutammato e l’aspartame).

Uno dei più preoccupanti è l’acrilammide, che si forma “naturalmente” quando alimenti ricchi di amidi vengono cotti a temperature elevate.

I maggiori problemi riguarderebbero la cottura al forno e la frittura di alimenti ricchi di amidi come patate (quelle fritte soprattutto), cracker, pane e biscotti.

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Author: Alessandro Cannavacciuolo

Nasce a Napoli nel 2000. Giovane dalla buona dialettica e ottima comunicazione sociale. Laureato con il massimo dei voti in Scienze Gastronomiche Mediterranee presso l'Università degli Studi di Napoli Federico II - Dipartimento di Agraria: il suo obiettivo è intraprendere una carriera professionale nell’ambito manageriale della ristorazione. Dal Luglio 2021 è Giornalista Pubblicista, iscritto all'Ordine dei Giornalisti della Campania. Esperto in Social Marketing del Food & Beverages.