La Contraddizione calcistica dei nostri tempi.

Calcio, odio e amore
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Durata della lettura: 3 Minuti

La Contraddizione calcistica dei nostri tempi.

Se c’è una cosa che è irrazionale ai nostri tempi è il calcio.

La verità è che in fin dei conti ognuno di noi (anche coloro che lo amano alla follia) ha un rapporto di odio e amore verso il gioco del calcio e vi spiego subito il perché.

Vedere dei giocatori di giovane età, tecnici e dirigenti, che guadagnano milioni di euro, divenire star internazionali e modelli da imitare da fastidio a tutti i comuni mortali e chi lotta per la sopravvivenza.

Soprattutto quando la squadra per cui si è tifosi non è sempre la vincente in assoluto.

L’altra faccia della medaglia è che l’amore per la propria squadra è forse il più duraturo di tutta la vita.

Il calcio vede la sua intrinseca contraddizione, in questo amore spassionato e l’ingiustizia di un “pallone rotondo” che non sempre premia il più bravo e il più meritevole, sia in campo che fuoricampo.

Perchè fuoricampo sappiamo che il gioco del calcio non produce nulla “utilitaristicamente” parlando, per questa società, se non spettacolo da milioni di euro a fondo perduto.


ODI et AMO, il calcio lo si odia e lo si ama al tempo stesso.

Rovesciata di Pelè in un amichevole contro il Belgio nel 1968

E parafrasando Arrigo Sacchi ricordiamoci che il calcio è la cosa più importante tra le cose meno importanti.

Lo stato d’animo del vero amante di questo sport potrebbe azzardatamente essere paragonato alle perenni liti tra Don Camillo e Peppone, perchè il calcio è una perenne lotta tra l’affetto e la razionalità.

C’è una famosa scena del film “Don Camillo e l’Onorevole Peppone” in cui il famoso parroco gioca un tranello al sindaco di Brescello.

Peppone, durante un comizio nella piazza del paese si rivolse al popolo pronunciando un discorso di matrice Socialista e internazionalista scatenando l’ira di Don Camillo.

Il parroco senza esitazioni quindi passò all’azione.

All’improvviso dal’altoparlante situato sul campanile della chiesa venne trasmessa in filodiffusione una musica .

Don Camillo affidandosi al grammofano, fece risuonare per tutto il paese, un brano che divenne l’inno di tutti i giovani soldati (come loro) che erano partiti per il fronte durante la prima guerra mondiale: la “Leggenda del piave”.

Peppone non potè resistere al richiamo del cuore e i suoi ricordi tristi ma fieri di gioventù, così trasformò il discorso in nazionalistico, ”per la difesa dei sacri confini fatta da noi ragazzi del 99”.

Tutto sommato le emozioni più intime presero il sopravvento rispetto le proprie idee.

Ecco il mondo del calcio oggi è un pò come questa famosa scena.

In ognuno di noi quella parte irrazionale-passionevole prende il sopravvento.

Amare la propria squadra di calcio e seguirla non può che essere una moderna “Leggenda del Piave”.

Don Camillo e Peppone

Forse il calcio è il vero oppio dei popoli, ma se è vero che un Maradona non ha cambiato il Mondo, non possiamo negare che ha regalato delle emozioni che pochi riescono a capire.

Diego Armando Maradona

Per citare Pasolini

“Il calcio è l’ultima rappresentazione sacra del nostro tempo.

È rito nel fondo, anche se è evasione.

Mentre altre rappresentazioni, sono in declino, il calcio è l’unica rimastaci.

Il calcio è lo spettacolo che ha sostituito il teatro.”

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Author: Stefano De Crescenzo

Napoletano classe 86 , musicista, dopo una laurea a pieni voti in economia presso l'Università degli studi di Napoli Federico II svolge il praticantato come dottore commercialista a Napoli proseguendo il suo percorso lavorativo in Emilia Romagna per svolgere la professione di consulente finanziario presso una grande azienda pubblica. Dopo quasi cinque anni (2014-19) ed una gavetta piena di storie ed umanità, dal 2019 ed attualmente lavora a Roma come Fiscalista presso la stessa azienda e consegue un master universitario di secondo livello. Appassionato di storia ,scienza, arte e cultura ma soprattutto di musica, si cimenta da sempre, nello studio professionale della chitarra con esibizioni dal vivo e registrazioni per artisti della scena musicale Napoletana ed Emiliana, partecipando a diversi concorsi e festival nazionali. Ufficiale Volontario del Corpo militare della Croce Rossa italiana, Socio Siedas, scopre da qualche tempo la bellezza della scrittura collaborando per testate e magazine online . Dal Luglio 2021 è Giornalista Pubblicista, iscritto all'Ordine dei Giornalisti della Campania.