La Pastiera napoletana ed il giusto abbinamento

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A Napoli, la pastiera è il dolce della primavera e, dunque, della Pasqua.

Non è Pasqua senza Pastiera…ma gli appassionati la mangiano sempre.

Ma gli appassionati la mangiano tutto l’anno.

La tradizione vuole che venga preparata in anticipo (non oltre il venerdì santo) per far amalgamare in modo perfetto gli ingredienti. La storia della pastiera napoletana tra miti e leggende.

La  leggenda legata a questo dolce riguarda la sirena Partenope.

Ad ogni primavera emergeva dalle acque per salutare la gente di Napoli, deliziandole  con canti d’amore.

Per ringraziarla, gli abitanti le offrirono i prodotti della terra tra cui la ricotta, il grano cotto nel latte e l’acqua dei fiori d’arancio.

Partenope offrì, a sua volta, quei doni agli dei che, mescolando tutti gli ingredienti, crearono la pastiera.

Nacque così la pastiera.

Un’altra leggenda narra che le mogli dei pescatori, per conquistarsi il favore del mare affinché lasciasse tornare i loro uomini, una notte deposero sulla riva delle ceste con ricotta, frutta candita, grano, uova e fiori di arancio.

Al mattino, tornate sulla spiaggia, videro che le onde avevano mescolato gli ingredienti e che sulla riva, insieme ai loro uomini, c’era un dolce dal profumo e dal sapore prelibato: la pastiera.

Quale vino abbinare alla pastiera napoletana?

La pastiera napoletana è un dolce strutturato, (la pasta frolla è una base molto consistente) e complesso, dal profumo intenso ed invadente, in cui la grassezza della ricotta si accompagna alla persistenza e aromaticità dei fiori d’arancio ai canditi e alla cannella, grano e uova. Il grano e’ l’ingrediente cardine. 

Abbiamo bisogno quindi di vini dolci freschi,  visto che l’abbinamento per cibi dolci avviene per concordanza, con buona componente di alcolicità e freschezza, per bilanciare la grassezza, e con molta persistenza e aromaticità e di buona struttura. 

La grande intesa, in generale, è con i passiti, con i vini frizzanti dolci e aromatici, oppure con quelli liquorosi.

Sicuramente da provare il Lacryma Christi del Vesuvio liquoroso (una chicca difficile da trovare). Sono ottimi anche l’Erbaluce di Caluso passito e il Moscato d’Asti del Piemonte, il Moscadello di Montalcino della Toscana, il Passito di Pantelleria della Sicilia, la Malvasia delle Lipari, il Gewürztraminer passito del Trentino Alto Adige, il Colli Orientali del Friuli Picolit del Friuli Venezia Giuglia, il Greco di Bianco passito della Calabria.

Per quanto riguarda i vini internazionali, ottimo il Tokaj Aszu 4 puttonyos ungherese.

Author: Pasquale Equestre

Scrive articoli di food&beverages, eventi e tutto quanto fa cultura per passione. Sommelier AIS che collabora con noi anche nella scelta dei vini proposti in abbinamento al sano cibo italiano. Ogni volta che scrive un nuovo articolo, si immerge completamente nel tema, cercando di trovare i dettagli più interessanti e curiosi da condividere con i suoi lettori.