Il Tempio di Serapide, è un “Macellum”

Il Tempio di Serapide, è un Macellum
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Il Tempio di Serapide è uno dei monumenti più noti e rappresentativi dei Campi Flegrei.

Si trova nella zona più vitale del centro di Pozzuoli, a pochi passi dalle banchine del porto.

Il monumento deve il suo nome al rinvenimento di una statua del dio egizio Serapide, attualmente esposta al Museo Archeologico Nazionale di Napoli.

Post in breve

La Storia del Tempio di Serapide

Nei documenti storici, si narra che il re Carlo di Borbone, verso la metà del ‘700 incuriosito da grandi colonne di marmo cipollino che affioravano da un fondo, ne ordinò uno scavo archeologico.

Al di sotto di molti metri di residui marini, fu dissotterrato il cosiddetto Tempio di Serapide, che nel corso dei secoli, è diventato il simbolo del bradisismo flegreo.

Infatti, sono numerose le immagini che ritraggono il sito, in alcuni momenti semi-sommerso dal livello del mare ed in altri periodi completamente all’asciutto.

Il monumento deve il suo nome al rinvenimento di una statua del dio egizio Serapide, attualmente esposta al Museo Archeologico Nazionale di Napoli.

Mentre un calco in gesso si trova presso il Museo Archeologico dei Campi Flegrei, Sala Pozzuoli, che lo ritrae seduto in trono come giudice dei morti col capo coperto da un canestro, mentre tende la mano al cane Cerbero.

Il Macellum

Sull’onda del clamore per i ritrovamenti a Ercolano e a Pompei, la scoperta puteolana fece ipotizzare la presenza di un Serapeion., menzionato nella lex parieti faciendo.

Ma non si tratta di un tempio, bensì del mercato pubblico dei commestibili della città romana, ovvero il Macellum, forse creato sul modello del Macellum Magnum eretto a Roma per volontà dell’imperatore Nerone.

L’architettura del tempio di Serapide

Il monumento, dalle imponenti dimensioni (58 mt x75 mt), è costituito da un cortile quadrangolare scoperto, pavimentato con lastre di marmo proconnesio, circondato su tutti i lati da portici.

L’edificio era costituito certamente a due piani, almeno sui lati lunghi, con colonne in granito grigio alte più di sei (6) mt e del diametro di 80 cm, con capitelli corinzi ornati da soggetti marini.

Come per esempio le conchiglie che contengono delfini, le quali inneggiano simbolicamente allo splendore della città dovuto al commercio marittimo.

All’imponente struttura, si accedeva dal versante che prospettava al mare, in asse con una grande aula absidata sul lato opposto.

Nell’aula, inquadrata da colonne in marmo cipollino dell’Eubea alte quattordici (14) mt, con pavimento in opus sectile di marmi policromi, si aprivano tre nicchie, destinate al culto imperiale e agli Dei protettori del mercato.

La fontana e le Taberne

Al centro del cortile svetta una tholos ( costruzione circolarecon un diametro di 18 m), struttura a pianta circolare in laterizio, sollevata di più di un metro dal piano pavimentale e circondata da 16 colonne corinzie in marmo rosa africano di oltre cinque metri, con al centro una fontana ottagonale.

In origine, la fontana era coronata da un architrave istoriato che, insieme con altri pregiati elementi architettonici, fu riutilizzato dai Borbone per addobbare la Reggia di Caserta.

Il collegamento con il piano esterno era garantito da quattro scalinate, tutte inquadrate da parapetti a foggia di delfino o mostri marini.

Il portico esterno introduceva a una serrata serie di tabernae, le botteghe del mercato.

Ce ne erano sei sul lato dell’ingresso, quattro sul lato dell’aula absidata e undici per ognuno dei lati lunghi, disposte ad aperture alternate verso l’interno e l’esterno.

Gli ambienti interni e le decorazioni del Tempio di Serapide

 Le botteghe che davano sull’esterno erano intonacate e dipinte, quelle invece sulla corte erano incrostate da marmi colorati.

Due ampie latrine, collocate agli angoli del lato di fondo e dotate di impianti di scarico, testimoniano l’ampia frequentazione del complesso in età antica.

Questi ambienti di servizio sorprendono per lo sfarzo dei rivestimenti pavimentali e degli arredi scultorei in marmo, tali da far pensare al momento della scoperta che si trattasse aule termali pubbliche.

La ricchezza del macellum era dovuta non soltanto alla decorazione architettonica e ai rivestimenti parietali e pavimentali, ma anche alle decorazioni scultorea, lungo gli assi delle colonne, vi erano basi di statue onorarie e puteali di marmo.

La datazione del complesso risale all’età tardo-flavia (II sec. d.C.), vista l’iscrizione dedicatoria rinvenuta parzialmente, anche se dubbi permangono sul tipo di finanziamento, pubblico o privato, per la realizzazione dell’opera.

Nel loro insieme, i resti murari e gli elementi architettonici, riccamente resi attraverso un abbondante uso del marmo, testimoniano da un lato la ricchezza della città e dei suoi traffici, dall’altro l’attualità del fenomeno del bradisismo.

Vista laterale del Macellum, alias Tempio di Serapide

Il Bradisismo e la sua misurazione

Le monumentali colonne monolitiche in cipollino, sempre visibili attraverso il tempo, visti i loro 40 piedi romani di altezza, sono stati anche lo strumento di misurazione della variazione del livello del mare, attraverso l’osservazione dei litodomi (molluschi marini), che ne hanno intaccato la metà inferiore.

Questi, analizzati attraverso indagini radiometriche sui gusci conservati all’interno delle cavità create nel marmo, testimoniano lo sviluppo del fenomeno a partire dalla fine del IV sec. d.C., periodo che coincise con l’abbandono del monumento  che, nel secolo successivo, parzialmente interrato, lasciò il posto a  una piccola necropoli, e con la generale decadenza dello scalo commerciale.

Nonostante lo stato di degrado al quale fu confinato dopo i fasti dell’età romana, il Macellum catalizzò l’attenzione di studiosi anche stranieri, per il monitoraggio del fenomeno vulcanico tipicamente flegreo.

Il macellum fu anche meta di viaggi romantici sulle tappe del Grand Tour.

Carlo di Borbone, alla metà del’700 fece allestire in prossimità del sito un lapidarium, il primo in area flegrea, “a uso e diletto dei curiosi forestieri”…

Come arrivare:

In auto: Tangenziale di Napoli – uscita Pozzuoli/Arco Felice direzione Pozzuoli.
Trasporti pubblici: da Napoli Montesanto Linea EAV Ferrovia Cumana (stazione Pozzuoli).

Per gli orari, consultare i siti:

Indirizzo del sito archeologico:

Via Serapide, 13 – 80078 Pozzuoli (NA)

Info e costi

Ingresso: solamente il giovedì, sabato e domenica

Non accessibile alle persone con disabilità motorie

Prenotazione: https://macellumpozzuoli.it/

Guarda le foto su: FLICKR

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Tammaro Landolfo (Marino)

Author: Tammaro Landolfo (Marino)

Nasce a Napoli, nel mese di Aprile del 1972. Ha conseguito studi in Elettronica ed è impiegato nel settore delle Telecomunicazioni. Ambientalista convinto, è impegnato da oltre quattordici anni nelle battaglie contro gli svernamenti illegali ed i roghi tossici in " TERRA DEI FUOCHI". Dedica molto del suo tempo libero alla Cittadinanza Attiva, organizzando incontri, manifestazioni ed eventi per sensibilizzare l'opinione pubblica. Ha dato vita a vari Comitati Cittadini, ed è il Fondatore ed il Presidente in carica dell'Associazione " BICI PER LA CITTA’". Di conseguenza ama la Bicicletta e la usa come mezzo di locomozione per i piccoli spostamenti in Città. Non per altro la manifestazione più importante nata da una sua idea, è la " BICI IN CITTA' ", una pedalata ecologica che si tiene due volte l'anno a Frattamaggiore (Na). Le altre passioni sono il raccontare le proprie escursioni, i suoi viaggi o semplicemente le scene di vita mentre accadono, attraverso la fotografia e la scrittura di articoli. Per cui ha deciso di collaborare con la nostra testata per un periodo lungo e si spera proficuo.