A proposito di Universiadi – Bilanci e riflessioni

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A proposito di Universiadi – Bilanci e riflessioni

Napul’è mille culure, cantava Pino e mai frase è stata più adatta ad indicare quello che è successo in questi giorni con le migliaia di volti sorridenti ed estasiati che hanno invaso pacificamente le nostre città.

Con la spettacolare cerimonia di chiusura è calato il sipario sulla 30^ edizione delle Universiadi estive.

E’ quindi tempo di bilanci e riflessioni.

Dal punto di vista dei risultati, i numeri parlano chiaro e di fronte alla 44 medaglie conquistate (15 d’oro, 13 d’argento e 16 di bronzo) che proiettano l’Italia al 6° posto finale, subito dietro le grandi potenze come Giappone, Cina, Russia e Stati Uniti ma di gran lunga davanti alle rivali europee, non si può che essere soddisfatti.

La scherma è sempre nostra terra di conquista sia in campo maschile che femminile; la pallanuoto e la pallavolo ci regalano sempre belle soddisfazioni così come il nuoto e la ginnastica; anche il calcio ha fatto la sua buona figura.

Nota negativa il basket che, pur disponendo di un movimento molto importante e numeroso, non riesce ad entrare nel giro che conta imitando la nazionale maggiore.

Discorso a parte merita l’atletica leggera che ha portato due ori al medagliere ma continua ad essere un terreno poco fertile di risultati considerando le numerose discipline di cui dispone e la vasta platea interessata.

Trattandosi forse dello sport di base per eccellenza in quanto si corre, si salta, si lancia sarebbe opportuno un discorso motorio scolastico strutturato e continuativo che veda una stretta collaborazione tra Scuola, società sportive e CONI, ampliandolo dove già presente.

Si potrebbe così ottenere il duplice risultato di un equilibrato sviluppo psicofisico dei bambini in età scolare e di un ampliamento della platea in cui scegliere gli atleti di domani.

E questo a beneficio anche delle altre discipline sportive che spesso, si trovano a fronteggiare deficit motori soprattutto in termini di equilibrio ed obesità.

Riflettendo invece sulla manifestazione e sull’impatto avuto con le città sedi delle gare, credo che ancora una volta si debba evidenziare la grandissima capacità di accoglienza di cui il popolo campano dispone.

Sono state due settimane intense sotto ogni profilo, precedute da altre settimane di lavoro febbrile ed incessante per arrivare pronti alla sfida che si manifestava sicuramente ardua e difficoltosa.

Le cassandre inneggianti all’insuccesso si sono fatte sentire in modo costante ed una delle prime notizie circolata sul web è stata quella del furto dello stereo nell’auto di un atleta italiano il giorno dell’inaugurazione.

Ma, le risorse messe in campo in termini di capitale umano, di  capacità, di intelligenza ed una volta tanto di organizzazione, mescolate agli ingredienti principi della nostra cultura, fantasia ed allegria, ai panorami di gara unici al mondo ed alla “geniale” idea di ospitare gli atleti e le delegazioni sulle due navi da crociera nel porto, hanno permesso il “miracolo a Napoli” e l’esplicazione  del concetto racchiuso nella parola “Universiade” cioè Università ed Olimpiade: Universalità.

Le parole Cooperazione, Inclusione, Tolleranza, Rispetto e Supporto, a Napoli, in tutte le città che sono state sedi di gare ed nell’intera Campania non sono state solo termini astratti ma hanno trovato la loro piena affermazione. 

Napul’è mille culure, cantava Pino e mai frase è stata più adatta ad indicare quello che è successo in questi giorni con le migliaia di volti sorridenti ed estasiati che hanno invaso pacificamente le nostre città.

E’ stato uno spettacolo nello spettacolo.

Sicuramente non sono mancati gli endemici problemi legati al traffico, alla microdelinquenza, al caos trasporti ma almeno stavolta c’era un motivo più che valido per tollerare le disfunzioni.

Spenti i riflettori, se riuscissimo a non disperdere l’energia positiva ed acquisire la consapevolezza che insieme, ognuno per la propria parte, possiamo raggiungere ogni traguardo, anche noi non atleti avremmo vinto le nostre Universiadi.

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Author: Giuseppe D'Alise

Comincia la carriera artistica come gran parte dei ragazzini, calcando i palchi improvvisati dell’oratorio, cantando nel coro della parrocchia e suonando l’organo in chiesa, sostituendo a volte il maestro di musica titolare. Musicista mancato dopo un epico scontro sulle invenzioni a tre voci col Maestro Johan Sebastian Bach negli anni dell’adolescenza tuttavia continua ad assecondare la sua innata passione per la musica seguendo l’istinto e l’orecchio musicale di cui è dotato. Spazia dalla musica classica al rock anni 70 con particolare predilezione per le ballate medievali, la tradizionale napoletana ed i cantautori. Nella sua ormai lunga carriera (purtroppo) di attore amatoriale, ha interpretato ruoli importanti ed ultimamente si è cimentato anche come regista, scenografo ed autore, realizzando così il suo sogno di scrittore. Collabora da anni con alcune associazioni onlus e parrocchiali attive sul territorio ed ultimamente è stato chiamato alla presentazione di alcune manifestazioni. Grande appassionato di sport, vanta una lunga carriera di istruttore calcistico di base ed il diploma ISEF.