Il pomodoro cannellino flegreo: una specialità campana

Il pomodoro cannellino flegreo: una specialità campana
Print Friendly, PDF & Email
Durata della lettura: 2 Minuti

Il pomodoro cannellino è uno dei prodotti cardine della cucina campana, ma anche lo stesso pomodoro. Ci basti pensare in quanti piatti questo frutto sia presente: in un veloce piatto di maccheroni, in una lasagna della domenica o semplicemente su una fresella con dell’olio extra vergine d’oliva e un pizzico di sale. Il pomodoro viene utilizzato anche per preparare il Bloody Mary, famosissimo cocktail a base di vodka, succo di pomodoro e varie spezie piccanti o aromi.

Post in breve

Proprietà del pomodoro:

  • Antiossidante grazie all’elevato contenuto di licopene, un carotenoide che protegge da diversi tumori, abbassa il contenuto di solanina (sostanza tossica presente nelle parti verdi) e conferisce il colore rosso al pomodoro;
  • Elevato contenuto di vitamine, in particolare C ed A, che rafforzano le difese immunitarie e la vista;
  • Ricchezza di sali minerali come ferro, zinco, selenio, fosforo e calcio;
  • Alto contenuto di acidi organici (malico, citrico, succinico e gluteninico) che favoriscono la digestione.

Il must del pomodoro cannellino flegreo

Il suo secondo nome, “cannellino”, lo si deve all’antica tecnica ad impalcature con canne di bambù, con fili di canapa (o di juta) tirati man mano che la pianta cresce. Famoso nella zona di Bacoli e il resto dei campi flegrei, il sapore di questo pomodoro è noto per il perfetto equilibrio tra dolcezza e sapidità. In particolare questa varietà, che si distingue dalle altre per la produzione, è rimasta invariata nonostante il progresso. Tutto, dalla coltivazione al confezionamento, viene ancora eseguito in maniera tradizionale.

Il pomodoro cannellino si presta benissimo a molti piatti ed è caratterizzato dalla presenza di poca salsa. Dal punto di vista anatomico, è simile agli altri.

Il must del pomodoro cannellino flegreo

Secondo diverse testimonianze la coltivazione del pomodoro cannellino risale alla fine dell’800 e viene realizzata manualmente con l’ausilio di canne e fili per il sostegno nel periodo compreso da aprile ad agosto. La particolarità del suo radicamento territoriale, risiede nella sua capacità di adattarsi al pedoclima dell’area flegrea caratterizzato da terreni vulcanici-sabbiosi e nella maggiore resistenza verso le malattie fungine, molto diffuse nei pomodori.

La raccolta avviene da metà luglio ad agosto: i frutti vengono sistemati in cassette di plastica o legno e poi venduti per la produzione di conserve, soprattutto a carattere familiare. Il primo passo consiste in una cernita accurata dei pomodori integri, dopodiché vengono sottoposti ad un rigoroso lavaggio e lasciati al sole per qualche minuto. Infine, vengono tagliati “a pacchetelle” e confezionati in barattoli di vetro.

Nel gennaio del 2018 è nata l’Associazione Pomodoro Cannellino Flegreo, di cui fanno parte 9 produttori situati nei comuni di Bacoli, Pozzuoli, Quarto, Monte di Procida, Giugliano in Campania e Napoli. Di recente è anche al centro di un progetto europeo: Monterusciello Agro City.

Author: Alessandra Romano

Alessandra Romano nasce a Napoli nel 1999. Laureata magistrale in Comunicazione Scientifica Biomedica e con un master in Giornalismo scientifico presso l'Università degli studi di Roma "La Sapienza". Scrive articoli per riviste e blog scientifici.